Tra le prime cose bandite quando ci si mette a dieta o si vuole dimagrire è l'alcool. Questo è imperdonabile ed è ora di fare chiarezza.
Sul tema bevande alcooliche, superalcoolici, vino, birra e loro legame con Fitness e forma fisica se ne dicono di tutti i colori, in genere in modo superficiale o bigotto: da un lato c’è chi parla di solo di calorie e alcool, dall’altra chi lo vieta senza se e senza ma.
In questo articolo avrai finalmente la visione realistica sugli effetti di alcool e bevande alcooliche non solo sul tuo corpo, ma sul tuo percorso Fitness completo. Conoscerai gli effetti dell’alcool - compresi quelli negativi di chi esagera a lungo termine - e quanto, come, quando, perché puoi assumerlo senza rovinare i tuoi progressi di Fitness e forma fisica.
Ti forniremo inoltre strategie per “reggere meglio” e ridurre la sindrome post sbornia. Non per giustificare il bere e l’esagerare con gli alcolici, ma perché - non siamo ipocriti - esclusi i pochissimi a cui proprio non piace bere o gli astemi, a tutti gli altri sarà capitato e capiterà ancora di esagerare di tanto in tanto (anche perché, per esagerare, può bastare davvero poco, come scoprirai).
L’alcool fa ingrassare?
Quando si introduce l’alcool nel settore Fitness si pensa sempre alle sue calorie, gli zuccheri e al fatto che faccia ingrassare. Le posizioni sono in genere:
- "L'alcool è pieno zeppo di zuccheri e calorie, quindi ti fa ingrassare"
- "Non è che ti faccia ingrassare, l'importante è il bilancio calorico"
Posizioni così semplicistiche sono fuorvianti, perciò fa' attenzione e tieni a mente che non è questione di zuccheri né di calorie. Il benessere non si misura solo da quanto un cibo o una bevanda faccia o non faccia ingrassare o non ingrassare.
Non è questione di zuccheri
C’è chi taglia corto e ti dice “Non bere alcoolici perché pieni di zuccheri e calorie, ti fanno ingrassare”. Forse già lo sai, ma quando si parla di alcool in termini dietetici ci si riferisce all'alcool etilico o etanolo, un composto chimico che si presenta come un liquido incolore, di odore pungente tipico, altamente infiammabile.
L’alcool non è zucchero, quindi. E di per sé non contiene zuccheri.
Non è questione di calorie
L'alcool sprigiona 7 milioni di calorie per litro (o 7 Kcal per grammo), un po' meno della benzina ma con molto meno impatto sull'ambiente. Cosa che lo rende un buon carburante automobilistico, tanto che in Brasile sono diffuse le automobili con motore a etanolo o bioetanolo.
A te cosa interessa? Quando leggi che l'alcool fornisce 7 kcal/g, ci si riferisce a quando brucia all'interno di un motore ad alcool oppure quando brucia perché gli dai fuoco. Un po' differente quando l'alcool entra nel tuo corpo, che non possiede pistoni, frizione e cambio, ma è dotato di un complesso sistema chiamato metabolismo. Non è perciò questione di calorie.
Anzi, quando l’alcool entra nell’organismo, il suo effetto è di “sottrarre calorie”, non “aggiungere calorie”: le calorie dell’alcool intese come calorie che sprigiona quando viene infiammato, non contano dal punto di vista metabolico; o meglio, non si possono proprio contare, perché il corpo non usa l’alcool in quel modo.
È questione di priorità
Quando ingerisci alcool, le priorità - in particolare a livello del metabolismo dell’alcool nel fegato - cambiano. Si pensa prima di tutto a rendere innocua la sostanza appena entrata (l’alcool, tossica a certe dosi), poi a riprendere i consueti processi metabolici.
Ma ciò non vuol dire che questo meccanismo “faccia ingrassare”, a dire il vero non si può ben capire cosa succede e quello che dobbiamo prenderci sono gli effetti macroscopici pur non conoscendo esattamente i meccanismi: se si sostituisce parte del cibo con alcool assumendo si stiano “mantenendo la calorie”, si va nel tempo a perdere peso (perché l’organismo non ricava energia né componenti strutturali dall’alcool).
Ovviamente, questa perdita di peso non implica stare meglio a lungo termine (leggi dopo per gli effetti dell’alcool ad alte dosi a lungo termine).
Effetti dell’alcool
Non potremmo trattare dell’alcool in relazione al Fitness senza mostrare il modo in cui il corpo lo gestisce o, meglio, metabolizza. Tramite lo studio del metabolismo dell’alcool possiamo capire:
- quali sono i suoi effetti (sia benefici, sia dannosi)
- come evitare gli effetti dannosi
- se gli effetti benefici sono tangibili, come sfruttarli
- quali strategie utilizzare se si esagera
Perciò, lasciamoci all'ebbrezza di addentrarci in questo complesso e affascinante mondo.
Metabolismo dell’alcool
Una volta ingerito, l’alcool arriva nello stomaco dove entra in azione l’enzima alcool deidrogenasi (ADH) (un enzima simile si trova anche nel fegato). Questo enzima, situato su tutta la superficie dell’apparato gastrointestinale, costituisce una prima barriera all’assorbimento dell’alcool.
L’enzima è presente in una concentrazione generalmente diversa tra uomini e donne. Questo è uno dei motivi per cui gli uomini “reggono meglio” l’alcool rispetto alle donne. A parità di condizioni e normalizzando per il peso corporeo, le donne possono assumere solo il 50% dell’alcool che può assumere un uomo, prima di presentare sintomi da intossicazione (leggi: diventare brille).
L'assorbimento dell’alcool avviene in modo rapido nello stomaco e nell’intestino tenue. Il picco alcoolemico plasmatico si ha in genere dopo 30-45 minuti dall’assunzione, a digiuno, o dopo 60-90 minuti, in concomitanza del pasto. Oltre ad allungare i tempi, il pasto riduce di molto proprio l’intensità del picco di alcool nel sangue (i milligrammi litro [mg/l]).
L’alcool è estremamente solubile in acqua, quindi si distribuisce in base alla concentrazione idrica dei vari tessuti. Per questo una persona molto muscolosa potrebbe reggere meglio rispetto a un soggetto magretto e mingherlino (ma non sfidare un magretto di paese anche se sei il doppio di lui, potresti pentirtene...).
Dopo il suo assorbimento, l’alcool viene distribuito a quasi tutti i distretti organici. Quindi, arriva al fegato dove viene metabolizzato attraverso tre vie metaboliche. La capacità di metabolizzare l’alcool da parte del fegato varia a seconda degli individui e di diverse condizioni (sesso, età, alimentazione, stato di digiuno o post-prandiale, stato emotivo, temperatura...).
Il fegato metabolizza circa il 70-80% dell'etanolo assorbito, mentre il restante è metabolizzato da altri tessuti (15-20%) ed eliminato con respiro (1-2%), urine e sudore (1-2%).
Il primo step: aldeide deidrogenasi
Il primo e più importante sistema di metabolismo epatico dell'alcool vede coinvolti due enzimi che si chiamano deidrogenasi. Anche se si tratta di noiosa parte biochimica, ti faccio notare come si possano condensare proprio da questa dei consigli pratici. Prima la parte noiosa, per descrivere i due enzimi:
- L’alcool deidrogenasi (l'enzima più importante del metabolismo dell’etanolo). Si trova all’interno della cellula (citosol) ed è Zn++ (Zinco) dipendente. La via metabolica in cui partecipa questo enzima porta alla produzione di coenzimi ridotti sotto forma di NADH + H+.
- L’aldeide deidrogenasi. Il sistema in cui partecipa questo enzima, localizzato all’interno della cellula (anch’esso nel citosol), metabolizza circa il 90% della dose di alcool che arriva al fegato.
Poi la parte pratica:
- Prima di un’occasione in cui sai che andrai un po’ oltre (matrimonio, laurea, addio al celibato o nubilato), faresti bene ad assumere buone dosi di Zinco. In realtà, sarebbe meglio assumere più vitamine e minerali insieme (servono tutti): dacci dentro con un integratore ad ampio spettro di vitamine e minerali, prendendone 3-5 volte la dose consueta.
- Essendo l’alcool un potente “pro-ossidante” - motivo per cui si creano quei composti detti coenzimi ridotti, accennati nel primo punto - sarebbe utile assumere sostanze anti-ossidanti per attutire i danni. Questo dovresti già riuscire a coprirlo con vitamine e minerali presi prima, ma se vuoi rincarare la dose puoi pensare a Vitamina C (2-3 grammi) e/o acido alfa lipoico (800-1200 mg).
Nota: alcune bevande per “riprendersi” nascono proprio da questo tipo di consiglio (vedi Bloody Mary - nota della nota: il Bloody Mary è la “bevanda post sbronza” per eccellenza, ma è alcoolico).
Molti pensano che i nefasti effetti dell’alcool siano dovuti in maniera diretta all’alcool, ma non è così. È l’acetaldeide la protagonista. Come micromolecola derivata dal metabolismo dell’etanolo, riesce ad intrufolarsi in ogni tessuto rapidamente. Gran parte della tossicità a carico del Sistema Nervoso Centrale dovuta all’alcool dipende dall’acetaldeide.
In sostanza, quando ti ubriachi, non è alcool in sé, isolatamente, a farti sentire come ti senti, ma l’acetaldeide. Specie per l’intorpidimento fisico e mentale, la nausea e i mal di testa che seguono una bella bevuta. L’acetaldeide è anche tra i grandi responsabili degli effetti di addiction o dipendenza da alcool.
Diminuzione del pH e aumento dei coenzimi ridotti
Le ossidazioni indotte da alcool deidrogenasi e aldeide deidrogenasi portano all’aumento dei coenzimi ridotti nell’ambiente cellulare (il citosol), quindi a uno sbilanciamento del rapporto di questi coenzimi - NAD+/NADH - e conseguente eccesso di ioni H+ (per così dire, “acidi”).
Questo determina una diminuzione del pH. Se si esagera in maniera superba, si può arrivare nella condizione nota come chetoacidosi alcoolica. Lo sbilanciamento di quei coenzimi fa sì che le cellule non riescano a ricavare energia dal glucosio, richiedendo all’organismo di produrre corpi chetonici (che sono un carburante alternativo).
Mancando però un adattamento a questi corpi chetonici (come avviene, ad esempio, nella Dieta Chetogenica), neanch’essi vengono usati e si accumulano diminuendo ulteriormente il pH. Questo circolo vizioso può terminare nel coma etilico. La condizione di coma etilico avviene per:
- Scarsa possibilità da parte del Sistema Nervoso Centrale di utilizzare energia;
- Concomitante ipossia (bassa concentrazione di ossigeno) causata dall’acidosi.
Il secondo step: MEOS
Il MEOS - Microsomial Enzyme Oxidative System o Sistema Microsomiale degli Enzimi Ossidativi, è il secondo dei tre sistemi tramite i quali l’alcool viene metabolizzato. Il principale attore tra questi enzimi è il Citocromo P450 (noto anche come CYP450 o CYP). Hai forse già sentito parlare di questo enzima e se leggi il foglietto illustrativo di una moltitudine di farmaci (antibiotici in primis) lo trovi annoverato.
Quando ti dicono di non bere quando prendi antibiotici è perché alcool e antibiotici impegnano lo stesso enzima per il loro metabolismo. Se l’enzima è impegnato per l’uno, è meno impegnato per l’altro e viceversa: ciò vuol dire che aumenta la tossicità di alcool e farmaco, rispetto al caso in cui li assumi isolatamente.
Sia chiaro, la pericolosità dipende dalla dose. Quando hai preso antibiotici, avrai notato che ti è bastato molto meno alcool per “sentirti brillo” (quando ti senti brillo l’alcool sta già esplicando i suoi effetti di tossicità). Questo è il motivo per cui alcuni mixano volutamente le cose, impegnando il P450 per “divertirsi prima”: ad esempio, Paracetamolo + Alcool “funziona meglio” che solo Alcool.
Se ti trovi a una cena, festa od occasione, se stai prendendo antibiotici (o altri farmaci che impegnano il P450) non trascurare i segnali del tuo corpo: se con mezza birra sotto antibiotici senti già gli effetti dell’alcool, non cercare di sfoggiare le tue performance di quando eri un universitario, fedele compagno di acqueviti e rum da discount di periferia.
Il terzo step: acido grasso sintasi
L’altra via di metabolismo dell’alcool vede coinvolto l’enzima Acido Grasso Sintasi, che sintetizza quelli che si chiamano esteri degli acidi grassi: pezzetti di acidi grassi che aspettano altri pezzetti per formare trigliceridi (la forma con cui trovi la maggior parte dei grassi alimentari, nonché quella con cui vengono conservati i grassi nel nostro corpo).
Questo enzima è presente soprattutto nel pancreas e nel fegato. Quando si assume alcool - tanto e per tanto tempo - il fegato inizia a dimenticarsi del consueto metabolismo dei nutrienti, che porta alla formazione di Acetil-CoA. L’Acetil-CoA, accumulandosi, viene poi dirottato nella formazione di nuovi trigliceridi, in un fenomeno noto come DNL o de novo lipogenesi (cioè, la creazione di grasso da materiale non grasso).
Quando si dice che l’alcool fa ingrassare, spesso si fa riferimento (non esatto) a questo meccanismo. In realtà c’è molto di più e questo meccanismo è responsabile dell’accumulo di grasso indotto dall’alcool in fegato e pancreas (non dell’ingrassamento inteso come aumento di grasso corporeo). Effetto che a lungo andare porta al fegato grasso (Steatosi epatica).
Effetti sul cervello e dipendenza da alcool
Poiché l’alcool ha effetti diretti sul nostro corpo, effetti piacevoli derivanti dal suo uso (socializzazione, divertimento…), ed effetti piacevoli del bere in sé (gusto, aroma…), è facile innamorarsene e diventare dipendenti dall’uso di alcool e bevande alcooliche.
Così come per ogni sostanza cosiddetta d’abuso, il piacere di assumerla è dato da:
- Effetti biochimici della sostanza, cioè gli effetti diretti che ha la sostanza - specie a livello cerebrale.
- Effetti derivanti da comportamenti associati all’uso della sostanza, ad esempio essere più socievoli quando si beve.
- Effetti derivanti dal contesto all’alcool in sé: il gusto di un cocktail, o il piacere di una birra rinfrescante.
È affascinante notare come per ognuno di questi effetti si possa riconoscere una sede cerebrale principale: ognuna di esse è più (e non del tutto) responsabile dell’uno o dell’altro effetto. Queste sedi, sono:
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Nucleus accumbens, un’area del cervello coinvolta nella memoria, specie la memoria dichiarativa. La memoria dichiarativa è quella a cui accediamo solo “richiamando”, come ricordare un numero di telefono; l’altra memoria, la memoria procedurale, è quella invece che mettiamo in atto per “procedere” nei consueti comportamenti quotidiani. Sappiamo tutti che se beviamo troppo potremmo avere vuoti di memoria; d’altro canto, non dimentichiamo come si cammina (i problemi di equilibrio sono altra cosa).
L’altro effetto relativo a questa sede è che, poco prima di trovarci a bere, ricordiamo gli effetti piacevoli che ci darà il bere, ma non ricordiamo quelli spiacevoli che ci darà il post-bere. Perciò non ci pensiamo poi così tanto se bere o non bere quello strepitoso cocktail, quel fantastico vino o quella goduriosa birra ghiacciata.
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Corteccia prefrontale (PFC) dorsomediale, area coinvolta nella consapevolezza del Sé, nell’autocontrollo e nel monitoraggio degli errori. Con questa sentinella fuori gioco, siamo più connessi con le nostre emozioni, talvolta eccessivamente (le emozioni vengono amplificate, perciò potresti trovarti a ridere o piangere per sciocchezze), siamo più disinibiti e sbagliamo di più.
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Amigdala, area deputata al controllo delle emozioni. Sotto gli effetti dell’alcool, la sua attivazione anomala esalta alcune emozioni (aggiungi che manca la sentinella PFC ed ecco perché cantiamo e ridiamo come stupidi).
- Altre porzioni della PFC, associate ad attenzione e vigilanza. Sicuramente hai notato l’incapacità a restare concentrato quando hai bevuto (motivo per cui non è una buona idea farti il mezzo litro di rosso a pranzo, se dopo lavori): sono le varie porzioni della PFC che non sono dalla tua parte.
In sintesi, quando si alza troppo il gomito, siamo più smemorati, emotivi, disinibiti e defocalizzati. Sembra il rimedio perfetto dopo lunghe giornate di lavoro e difficoltà a staccare la spina. E, dal momento che accedere all’alcool è letteralmente un gioco da ragazzi, ecco che innamorarsene è un attimo.
Per questo, il bicchiere di vino o il proprio liquore preferito, ci può stare in un atto consapevole e in compagnia per svagarsi ed aprirsi un po’. Non dovrebbe, invece, diventare un’azione inconsapevole (abitudine) in risposta a qualsiasi tipo di stressor che ci sta un po’ stretto.
Effetti dell’alcool su cibo e metabolismo
Se assumi una sostanza - come l’alcool - in grado di alterare le tue percezioni ed emozioni, e intanto mangi un certo cibo, il gusto di quel cibo lo percepisci diversamente. Dati sperimentali mostrano che se lasciati liberi di mangiare, uomini a cui viene presentato cibo vario oppure cibo vario + bevande alcooliche, mangiano molto più cibo nel secondo caso (anche se, nel contempo, stanno bevendo di più).
Qui ritrovi il motivo reale per cui “bere fa ingrassare”: non sono le calorie extra dell’alcool, sono gli eccessi alimentari che si accompagnano all’alcool stesso, tra l’altro in una situazione di alterato metabolismo indotto sempre dall’alcool.
Il motivo per cui si tende a mangiare di più quando si bevono alcoolici è dato dal fatto che l’alcool aumenta la palatabilità di alimenti già palatabili (e diminuisce quella di alimenti poco palatabili). Considera che quanto più un alimento è palatabile, tanto meno effetto sazietà genera, tanto meno ci si riesce a fermare, se non esercitando notevole autocontrollo.
Questo è vero già in condizioni normali, figurati quando bevi:
- Se hai assunto alcool, la tua corteccia prefrontale (la sentinella) se ne va a dormire e sei più disinibito: controllarti richiede più forza di volontà. Questa forza non è gratis, richiede vera e propria energia (ATP, glucosio…), che - tra le altre cose - l’alcool ruba.
Prova a bere un paio di bicchieri di vino a digiuno (per renderti brillo e disinibito), poi mettiti davanti a una cheesecake o il tuo alimento preferito. Fammi sapere quanta bava ti cade dalla bocca, se riesci a resistere e le differenze rispetto a quando non bevi prima.
- Se sei stato bravo e sei riuscito a contenerti (e se hai resistito alla cheescake), ti trovi ora in una condizione in cui vorresti ma non puoi: il tuo corpo non invia un segnale “siamo a posto”. Piuttosto, reputa questo un’avvisaglia per un’imminente carestia.
Questo significa che il corpo farà in modo - in un futuro non troppo lontano - di farti ricercare più cibo e porsi in modalità di conservazione (cioè sarà più portato all’ingrassamento che al dimagrimento).
Tutto questo vuol dire che:
- Quando bevi alcool o bevande alcooliche, contenere il cibo è più difficile;
- Se contieni il cibo, e lo fai troppo spesso, prima o poi esploderai.
Sfruttare l’alcool…?
E va bene che noi marchiamo a fuoco in ogni dove l’espressione Never Diet, avendo capito che stare a dieta uccide il Fitness. Ma - che diamine - addirittura l’alcool per il Fitness? La prima critica che ci puoi fare è questa: se uno sta bene, non dovrebbe avere bisogno di sostanze che alterino il suo comportamento, le emozioni e così via.
Giustissimo.
Ma io rispondo che non si vive di soli bisogni. Stai leggendo questo contenuto da uno smartphone o un computer o un qualsiasi tipo di dispositivo tecnologico: non ne hai bisogno, a livello fondamentale. Eppure, ce li hai. Come la mettiamo?
In sostanza... Viviamo in una società in cui non si può distinguere tra “vita naturale” e “vita artificiale”. Alcuni comportamenti acquisiti e non primordiali definiscono ormai le nostre persone. Piuttosto che etichettarli come dannosi a prescindere, ed evitarli, sarebbe meglio consapevolizzarli e imparare ad utilizzarli al meglio.
Per quanto riguarda l’alcool, possiamo considerare i suoi effetti benefici cadere in queste tre grandi categorie:
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Effetti puramente fisici. L’alcool - a piccole dosi - può aiutare a tenere puliti i vasi sanguigni, la pressione bassa, e buona la tolleranza a carboidrati e glucosio (buona sensibilità insulinica).
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Effetti puramente mentali. Esattamente come un dolcetto o il cioccolatino: prenderli con consapevolezza per una piccola gratificazione, può dare una sferzata di benessere.
- Effetti della sfera sociale. Che ne dire di persone introverse che potrebbero trovare in piccole e occasionali dosi di alcool il primer per sbloccarsi senza necessità di ripetere in futuro?
A questo punto, prima di passare per una lobby pro-alcool, è doveroso anche mettere in guardia anche su tutti i nefasti effetti di alcool e bevande alcooliche quando se ne bevono quantità eccessive per tempi prolungati.
Se non sei un bevitore da novanta e cronico, puoi saltare a piè pari questa parte (racchiusa nel box). Ti è utile, però, per avere una panoramica su cosa significa intossicarsi di alcool spesso: non è qualcosa che “va via”. Inoltre, è utile per tutti coloro che bevono molto e, iniziando ad avere qualche brutto sintomo, convinti che non può essere l’alcool si ingarbugliano in chissà quale ostica, complessa e inutile pseudo-soluzione (se conosci qualcuno così, fa’ leggere il trafiletto).
I distruttivi effetti dell’alcool
Gli effetti dell’etanolo sulla salute riguardano il consumo di alcool cronico ed eccessivo, che può portare a patologie in diversi organi. La sbronza che capita, per quanto faccia stare male, non ha ripercussioni tangibili sul livello di Fitness a lungo termine. Ovviamente, che questo non capiti una volta a settimana…
Detto questo, facciamo una carrellata dei principali effetti nefasti dell’alcool su fitness, benessere e salute.
Sistema nervoso
Neuropatia periferica
L’alcool riduce la soglia di eccitabilità delle cellule nervose e può scatenare delle vere e proprie crisi epilettiche in corso di abuso. Molto frequente è la neuropatia periferica, quel complesso di segni di sofferenza dei nervi, soprattutto a carico di braccia e gambe, che si manifestano con torpore, formicolio, parestesie, debolezza, alterazioni di riflessi e crampi.
Questo spettro di segni è probabilmente dovuto al deficit di vitamina B1 o tiamina indotto dall’assunzione cronica di alcool.
Altri effetti indotti dall’alcool, meno frequenti e molto più drammatici, sono i quadri neurologici che interessano il Sistema Nervoso Centrale in toto con disorientamento, amnesia, agitazione, confusione mentale, sino a giungere - nei casi più gravi - a demenza alcoolica conclamata.
Degenerazione cerebellare
Nel caso in cui l’alcoolismo si associ a malnutrizione, possono venire alterate le capacità di equilibrio, per via della progressiva atrofia del cervelletto.
Deficit cognitivi
I bevitori cronici hanno difficoltà di apprendimento e memorizzazione sia a breve che a lungo termine. La condizione pare essere reversibile e risolvibile astenendosi dall’alcool per almeno 12 mesi.
Sindromi psichiatriche
Il bevitore cronico è particolarmente soggetto a depressione, ansia e allucinazioni. Questi disturbi possono durare parecchi mesi dall’inizio dell’astinenza da alcool e richiedono cure specifiche.
Apparato gastrointestinale (digerente)
L’apparato gastrointestinale subisce in maniera notevole gli effetti dell’ingestione di alcool. Questo sia per gli effetti tossici sulle cellule del sistema gastrointestinale, sia per l’irritazione delle mucose.
I danni possono manifestarsi a diversi livelli dell’apparato digerente:
- cavo orale e lingua → carcinoma del cavo orale e della lingua
- esofago → esofagiti
- stomaco → gastriti, carcinoma gastrico
- pancreas → pancreatiti acute e croniche
- intestino tenue → sindromi da malassorbimento
- colon e retto → diarrea, costipazione, cancro del colon-retto
Fegato
Il fegato è la sede principale del metabolismo dell’alcool. I danni che una assunzione di alcool eccessiva e continuativa può provocare sul fegato sono:
- Epatite acuta alcoolica. Questa condizione è caratterizzata da necrosi degli epatociti (cellule del fegato) di tutto l’organo. Il fegato si ingrossa, si indurisce e inizia a far male. Possono manifestarsi o meno sintomi come astenia, dimagrimento, nausea, vomito e febbre.
- Epatite cronica alcoolica. In questo caso il danno epatico è più importante e non più reversibile, neppure con l’astinenza. La steatosi (presenza di grasso nel fegato) è costante e caratterizzata da fibrosi di alcune zone tipiche. I sintomi sono nausea, vomito, calo di peso, perdita di appetito e dolori addominali. Bisogna sottolineare che l’epatite cronica può presentarsi con sintomi molto sfumati anche se la sua progressione non si arresta.
- Steatosi. La condizione è caratterizzata da accumulo di grasso nelle cellule epatiche. Generalmente è asintomatica, al più può presentarsi con lieve tensione addominale totalmente reversibile sospendendo l’assunzione di alcool.
- Steatoepatite alcoolica. Può essere considerata la progressione della steatosi, con l’aggiunta di infiammazione generalizzata a tutto l’organo e una possibile presenza di fibrosi.
- Cirrosi epatica. La cirrosi è una malattia cronica diffusa del fegato caratterizzata da necrosi degli epatociti, rigenerazione nodulare e aumento del tessuto connettivo con sovvertimento dell’architettura globulare e della microcircolazione epatica. La cirrosi non è di per sé una malattia a sé stante, ma lo stadio finale delle condizioni appena discusse.
In questa condizione, il fegato cambia morfologia, struttura e funzionalità, finché si arresta del tutto e sopraggiungono coma e morte. I sintomi della cirrosi sono perdita di appetito, calo di peso, riduzione delle masse muscolari e ittero. Nell’avanzare della malattia, si presentano ascite (accumulo di liquido in cavità addominale), emorragie esofagee, compromissione neurologica e coma.
Apparato cardiovascolare
L’assunzione cronica eccessiva di alcool può provocare peggioramenti dell’ipertensione arteriosa e portare allo scompenso cardiaco. L’alcool può inoltre portare a una cardiomiopatia dilatativa, in cui il cuore si ingrossa e perde progressivamente la funzionalità muscolare.
Se da un lato l’alcool a piccole dosi può dare benefici per cuore e apparato cardiovascolare, dall’altro - nei forti consumatori cronici - può comportare seri problemi: incremento della pressione arteriosa, insufficienza cardiaca, danni vascolari e peggioramento dei valori dei lipidi plasmatici.
Apparato urogenitale
I bevitori cronici uomini possono sviluppare atrofia testicolare irreversibile con conseguente sterilità, impotenza e ginecomastia (ingrossamento delle ghiandole mammarie, con conseguente forma tipica del capezzolo). Nelle donne, invece, possono verificarsi amenorrea, sterilità e aborti spontanei.
Sistema endocrino e ormoni
Se piccole dosi di alcool aumentano la libido e migliorano la produzione di ormoni sessuali, l’assunzione cronica costante determina uno squilibrio nella produzione degli ormoni sessuali.
Nell’uomo, si verifica un abbassamento dei livelli di testosterone e un aumento della conversione di testosterone in estrogeni (“femminilizzazione”). Si può sviluppare inoltre polineuropatia che interessa i nervi penieni - quelli che stimolano e ricevono impulsi dal pene.
Nella donna, a livello dell’ipofisi, l’alcool riduce la produzione e il rilascio di LH (ormone luteinizzante) ed FSH (ormone follicolo stimolante). Inoltre, l’alcool in dosi eccessive e croniche può provocare mancanza di stimolazione sessuale e bloccare la risposta orgasmica. Può verificarsi anovulazione e aumento della prolattina con conseguente amenorrea.
Un altro effetto dell’alcool sulle funzioni endocrine è la riduzione del rilascio di ADH, con conseguente diuresi idrica. L’ingestione di alte concentrazioni di alcool può aumentare il cortisolo sierico in soggetti normali.
Inoltre, negli alcoolisti sono stati segnalati aumento della secrezione dei glucocorticoidi e pseudo-sindrome di Cushing. Questo, unito all’effetto di diminuzione dei livelli sierici di calcio e ormone paratiroideo, può portare all’osteoporosi.
L’alcool può causare, di per sé, ipoglicemia, che può verificarsi anche in soggetti normali dopo una bevuta eccessiva. Nella cirrosi alcoolica sono stati osservati anche riduzione della conversione periferica di T4 (ormone tiroideo poco attivo) in T3 (più attivo) e aumento della concentrazione di aldosterone, con conseguente ritenzione di liquidi.
Alcool e interazioni farmacologiche
L’alcool interagisce con il metabolismo di numerosi farmaci. I farmaci più “pericolosi” da assumere in concomitanza di alcool sono quelli che deprimono il Sistema Nervoso Centrale (come molti psicofarmaci usati per trattare ansia e insonnia), proprio perché l’etanolo ha un effetto simile.
L’alcool, inoltre, modifica il metabolismo epatico dei farmaci, impegnando lo stesso enzima (citocromo P450). Farmaci quali fenitoina (per l’epilessia) o metformina (per il diabete di tipo 2) possono avere emivita più o meno lunga, con assunzione concomitante di alcool.
In soldoni, l’utilizzo di farmaci assieme ad alcool può scatenare sintomi tanto imprevedibili quanto pericolosi.
A cosa è servita questa disamina analitica? A specificare che se puoi bere una tantum (anche ubriacarti in modo devastante, s’è per questo), ciò non significa che puoi concederti di uscire dalla zona di tossicità ogni giorno. Come hai capito, basta davvero poco: uscire dai canonici 1-2 bicchieri al giorno, può diventare nel tempo molto pericoloso.
Fatta la paternale...
L’alcool ha effetti benefici?
A basse dosi, l’alcool ha effetti positivi sull’organismo. Ti starai chiedendo quanto basse devono essere queste dosi per:
- Avere effetti benefici a breve e lungo termine
- Non avere effetti negativi specie a lungo termine
Per capirlo, dobbiamo fare una breve analisi sui perché l’alcool potrebbe avere effetti benefici sul nostro corpo se assunto a basse dosi. Da essa le dosi salteranno fuori come per magia.
Resveratrolo? Lascia perdere...
Se il vino rosso può fare bene, non è per il resveratrolo. Come molecola, il resveratrolo pare avere effetti fantastici sul nostro organismo. Il problema è che la cosiddetta dose minima efficace di 500-1000 mg al giorno non è materialmente possibile prenderla dal vino rosso, né da qualsiasi altro cibo. Il perché te lo spiega questa simpatica immagine - tratta da uno dei riferimenti citati a fine articolo:
Ti sconsiglio anche il resveratrolo sotto forma di integratore, per il costo proibitivo (almeno 5 € al giorno o 150 € al mese) in relazione ad effetti che puoi ottenere con sostanze molto meno costose. Per gli effetti antiossidanti, meglio aumentare il tuo apporto di frutta e verdura, prendere un buon multivitaminico o della Vitamina C.
Assodato che non è per il resveratrolo che il vino in particolare ha effetti positivi su fitness e forma fisica, ti sorprenderà conoscere il responsabile di tali effetti: è l’alcool. L’alcool ha effetti positivi di per sé sull’organismo migliorando, tra le altre cose, la sensibilità insulinica e la salute cardiovascolare. Ora che lo sai, arriviamo al nocciolo per capire quanto basse sono queste basse dosi di alcool a cui ci riferiamo.
L'alcool aiuta a scaldarsi?
Molti dicono di no, ma sbagliano. La storia che ti raccontano è che l'alcool aumenta la vasodilatazione (se noti, quando alzi un po' troppo il gomito le vene su braccia e collo si dilatano) e questo aumenterebbe la dispersione di calore.
I problemi di questa banalizzazione sono due:
- Non c'è solo la vasodilatazione;
- Questo è vero solo se si esagera.
In termini macroscopici, infatti, l'alcool a piccole dosi aumenta la termogenesi nonché la spesa energetica. In modo controintuitivo, il fatto che il nostro corpo aumenti la produzione di calore e la spesa energetica, non significa che lui (il corpo) di riflesso si raffredderà.
Non si tratta di dispersione di calore, ma di produzione di calore (o, meglio, trasformazione di energia in calore). Questi processi avvengono internamente, a livello metabolico, e noi esternamente, a livello percepito avvertiamo la sensazione di calore. Antichi, montanari e tradizionalisti da grappino, bombardino o vin brulé per ripararsi dal freddo, sanno il fatto loro.
Gli effetti di tepore che senti quando nelle sere invernali assumi un po' di alcool da una bevanda che ti coccola sono reali: non considerare chi ti dice di evitare l'alcool - anche a piccole dosi - quando fa freddo, perché sta banalizzando in modo distorto.
C'è di più: alcool, freddo e grasso bruno (BAT)
Su questo tema, trovi la disamina con consigli applicativi nell'articolo apposito sugli effetti del freddo su metabolismo e dimagrimento. Qui restiamo sul semplice e speculativo, visto che abbiamo dati certi solo sui roditori (che hanno qualche differenza per quanto riguarda la fisiologia del grasso).
L'alcool sembrerebbe favorire la trasformazione del grasso bianco (che è il grasso che non vogliamo avere addosso, perché è "di accumulo" di energia), in grasso bruno o intermedio - beige (il grasso bruno invece ci fa gola, perché è "di dispersione" di energia).
Sui dettagli relativi a grasso bianco (WAT) e grasso bruno (BAT) ti invito a consultare l'articolo citato, proprio per sfruttare il freddo per "imbrunire" il WAT.
L'alcool aiuta a dimagrire?! Che diamine!
Se già non fosse abbastanza controverso, voglio lanciarmi a capofitto su un punto assolutamente controcorrente: per quanto detto (aumento della termogenesi e della spesa energetica, e trasformazione del grasso da accumulatore a dispersore) si potrebbe addirittura dire che non solo "l'alcool non fa ingrassare" ma - diamine! - che "l'alcool fa dimagrire".
In effetti a piccole dosi l'alcool ha effetti benefici e, per lo meno in termini statistici, tra utilizzatori consapevoli (chi beve il bicchiere di vino o un distillato e si ferma lì) e non utilizzatori, sembra che chi consuma moderate dosi di alcool sia meno soggetto ad ingrassamento, obesità e problemi metabolici.
Quanto alcool al giorno?
Devi considerare che quando inizi a sentirne gli effetti centrali (mentali) sei già andato oltre. Hai presente quando ti capita l’aperitivo o il prosecco a stomaco vuoto e - per lo meno nei primi momenti - senti già qualcosa di diverso a livello mentale? Questo succede per due motivi:
-
L’alcool entra immediatamente in circolo appena a contatto con le mucose di bocca e lingua. I suoi vapori, inoltre, entrano senza barriere nel Sistema Nervoso Centrale (per questo entra prima una bevanda alcolica calda, come il vin brule o la sambuca fuoco e simili, e la sentiresti prima se ti andasse di traverso), a cavallo tra corteccia cerebrale e sistema limbico: in un attimo ti disinibisci e diventi più giocoso.
- Al fegato arriva una dose di alcool tutta insieme che non riesce a metabolizzare appieno riversandola in circolo e trasformandola già in acetaldeide, che contribuisce a “stordire”. Tieni a mente una capacità di metabolismo di 100 mg di alcool ogni ora, per chilogrammo di peso corporeo: chi pesa 70 Kg metabolizza circa 7 g di alcool ogni ora che lo assume. Ma visto che il prosecco lo bevi in pochi minuti…
Le unità alcooliche
Ti starai chiedendo quanto del tuo alcoolico preferito puoi bere in tranquillità e non “alla goccia” - cioè tutto in un colpo: hai capito che il metabolismo dell’etanolo è molto lento e che pochi grammi possono impegnare il tuo sistema per qualche ora.
E ti farebbe piacere avere un riferimento che non sia “grammi di alcool concessi”. Giustamente, tu ordini in pinte, boccali, calici, bicchieri… Non in grammi di alcool. Entrano in aiuto le cosiddette unità alcooliche (U.A.): 1 U.A. = 10 ml o 8 g di alcool, ovvero la quantità di alcool contenuta nella seguente lista di “porzioni” di bevande alcooliche:
Bevanda |
Una U.A. |
Birra |
330-660 ml |
Vino |
125-175 ml |
Vini liquorosi o da dessert |
60-80 ml |
Liquori |
50-60 ml |
Distillati e acqueviti |
25-35 ml |
Cocktail |
200-300 ml |
I range dipendono dal contenuto alcoolico specifico, che per alcune bevande è variabile. |
Nota: le bevande alcooliche che contengono zuccheri sono solo alcune categorie. In generale:
- Birra
- Vini liquorosi o da dessert
- Spumanti o tutto ciò che presenta bollicine
Distillati, acqueviti e vino fermo non apportano zuccheri. Il “famoso” calice di vino ai pasti apporta grosso modo la quantità di alcool da non superare al giorno. In generale, 1-2 U.A. al giorno possono essere assunte senza problemi e, anzi, con effetti protettivi dati proprio dall’alcool.
Non solo biochimica
Parlare in termini di effetti biochimici che sono positivi o negativi su Fitness e benessere, è affascinante. Ma la mera biochimica non tiene conto degli effetti macroscopici che hanno a che fare col nostro vero livello di Fitness e benessere.
Pensa a quando, dopo un’estenuante giornata di lavoro, vuoi solo tornare a casa, spegnere il telefono, avviare della buona musica e consumare un pasto a lume di candela, accompagnato da quello strepitoso vino che conservavi per l’occasione.
Seppur superassi 2 bicchieri, e a patto che questo non sia un comportamento “di fuga” ma proprio desiderato, l’alcool lì presente sarebbe poi così negativo? O a vincere sarebbe l’effetto benefico di tutto il contesto?
Per un paio di brindisi (e qualcosina in più) al tramonto sul mare, penseresti al modo in cui la “biochimica” dell’alcool può inficiare il tuo benessere o a quanto tutto quel momento ti darebbe più benessere? Penso che la domanda ti suoni come retorica e la risposta sia troppo scontata da doverla scrivere.
Se alzi troppo il gomito...
Con tutti i buoni propositi, si sa, in certe occasioni ci si lascia andare a più di qualche bevuta. Non parlo di utilizzo dell’alcool come farmaco per noia e tristezza. Ma del suo uso come acceleratore delle interazioni e potenziatore del senso di stare insieme. Quelle bevute che fai, appunto, solo con chi conosci da sempre e con chi senti di poter condividere tutto.
Per quanto interazioni e rapporti sociali facciano bene al nostro corpo, se finiamo una bottiglia di vino e tre ammazzacaffè, non ci proteggono dalla sbornia e i suoi postumi.
Ci sono occasioni in cui semplicemente ci si trova, altre in cui si sa da prima che si berrà un po’ oltre quanto il nostro fegato ci concederebbe. Ecco perché abbiamo pensato a una serie di consigli pratici per:
- Fare in modo che l’organismo si intossichi meno (quindi “si regga di più”);
- Ridurre il fastidioso “post sbronza” che richiede spesso una giornata di recupero.
Facciamo quindi un excursus a partire dal giorno in cui si sa che si berrà di più, a quello dopo aver bevuto di più. Come ovvio, se la bevuta extra sarà inaspettata, si potranno comunque seguire i consigli del “giorno dopo”.
Non giustificare la sbronza...
È sempre difficile parlare di alcool in contesto Fitness, mostrando quindi pro e contro senza apparire come quelli che spingono al consumo di alcool e bevande alcooliche. Ancor peggio se si forniscono consigli per “reggere di più” o ridurre i postumi da sbronza. Il punto è che non vogliamo essere ipocriti, come chi dà un veto assoluto sull’alcool perché a lui non piace o è astemio, e pensa tutti debbano fare (ed effettivamente facciano) allo stesso modo.
Il nostro approccio è più realistico: sappiamo che non eviterai il piacere di un buon vino, drink o altra bevanda alcoolica, specie in compagnia; e che probabilmente ti capiterà di esagerare, talvolta. E noi ti diciamo che questo non ti precluderà il benessere. Basta solo sapere come inserire alcool e bevande alcooliche in momenti specifici facendo in modo che non diventino troppi e quindi dannosi, alla lunga. Per questo, i consigli di seguito non sono per “prepararsi alla sbornia” o “giustificare la sbornia”. Piuttosto, sono per ridurre gli effetti negativi della stessa.
Il filo conduttore per le scelte che vedrai è determinato da ciò che causa la sbornia e i suoi postumi a seguito dell’assunzione di alcool e bevande alcooliche. In particolare, in ordine di priorità:
Causano la sbornia |
Causano il post sbornia |
Alcool in sé |
Disidratazione |
Acetaldeide |
Bassi livelli di zuccheri |
Disidratazione |
Metabolismo cerebrale |
Pre-serata: ritardare la sbornia
Questi consigli sono utili quando sai che avrai una serata in cui berrai un po’ di più rispetto a quanto il tuo fegato possa metabolizzare senza “effetti di tossicità” (che, ti ricordo, sono già in atto ancor prima che ti senti brillo).
Se ritardi la sbornia, reggi anche di più. Questo non ti serva per fare la maratona di birra con gli amici. Non è una scusa per bere di più, ma una strategia per subìre meno effetti negativi dalla stessa quantità di alcool.
Ipotizziamo che l’occasione in cui sai che berrai di più sia la cena. Ovviamente se fosse il pranzo ti basterà spostare tutto indietro. (Mi auguro che, se fosse il pranzo, sia nel fine settimana o in giorno di festa quando dopo non ti è richiesto essere produttivo.)
5-6 ore prima della cena (primo pomeriggio):
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Inizia a bere tanto, tantissimo (acqua, eh!). Per capire quanto, devi arrivare a quella quantità in cui ti sforzi un poco. Bere, cioè, finché non ne vuoi più (in linea di massima, 3-4 grossi bicchieri d’acqua), e poi ancora un po’ (1-2 bicchieri aggiuntivi).
- Sciogli in quest’acqua 1-2 cucchiaini di bicarbonato, oppure assumilo in poca acqua a parte (il sapore è odioso; scegli tu se sentirlo intenso tutto in uno o meno intenso ma continuato).
- Se usi già i BCAA - Aminoacidi a Catena Ramificata - è utile assumerne 5-6 g qui. Questo serve anche per il post sbornia: aiutano il ripristino del metabolismo dei neurotrasmettitori cerebrali.
4-5 ore dopo (cioè circa 1 ora prima della cena) ripeti la cosa ma con un po’ meno acqua (2-3 bicchieri). Stesse quantità di BCAA e bicarbonato. Utili qui anche dei minerali, se già ne fai uso. Vanno bene quelli in bustina che trovi al supermercato o in farmacia (o su store di integratori online), in dose 2-3 volte quella indicata come “dose giornaliera”.
I minerali, oltre a favorire il metabolismo dell’alcool, serviranno a trattenere acqua che l’alcool tenderà a far uscire forzatamente inibendo la produzione dell’ormone vasopressina o ADH (ormone antidiuretico). Ora sai perché la birra ti fa fare tanta pipì; no, non è solo perché ne bevi parecchia.
Se ti piace non avere ritenzione idrica, non è questo il momento per sfruttare il fenomeno di shredding (definizione da disidratazione) indotto dall’alcool. Fidati, se no rischi di ubriacarti alla sola vista dell’etichetta della bottiglia. Mangia anche 1 o 2 frutti o un cucchiaio di miele o qualsiasi altra cosa possa darti un po’ di fruttosio, perché aiuta il fegato a metabolizzare più efficientemente l’alcool.
Perché non bere a stomaco vuoto
Meglio, quando bevi alcoolici, mangiare qualcosa di solido per avere qualcosa in stomaco. Hai presente quando si dice che non si beve a stomaco vuoto? Non è solo perché ci sono cibi migliori o peggiori, cibi che “asciugano” e così via (anche se la sensazione che si ricerca a volte è proprio quella).
Il fatto che a stomaco pieno l’alcool si regga di più ha a che fare con una sostanza - il NPY (Neuropeptide Y) - prodotta dal nostro corpo quando lo stomaco è vuoto di cibo. Quando l’NPY è alto sentiamo prima gli effetti dell’alcool a livello cerebrale.
Per mettere tutto insieme - BCAA, minerali, fruttosio, cibo - se non usi integratori, puoi pensare a un pezzo di formaggio stagionato con della frutta. O dello yogurt con della frutta secca e del miele.
In serata: contenere la sbornia
Come esempio, teniamoci sempre quello di una bevuta associata ad un pasto. È vero che potrebbe capitare di bere senza mangiare, ma chiunque con un po’ di sale in zucca si ferma abbastanza presto quando “si beve e basta”. Tutti gli altri, si chiamano alcoolisti. L’articolo è per ovviare ai momentacci post sbronza, non una guida per alcoolisti.
Nel pasto associato all’alcool sarebbe bene abbondare di proteine, assumere un po’ di carboidrati ma senza esagerare, e tenere ridotti per quanto possibile i grassi.
Nota: non si sta parlando qui di vero e proprio pasto libero. Si sta parlando di occasioni in cui può capitare di bere un po’ di più, indipendentemente da cosa si mangerà. È ovvio che, se con i tuoi amici avete organizzato una serata di lasagne e vino… Mangerai le tue lasagne e berrai il tuo vino.
Indicativamente 3-4 porzioni (3-4 palmi) di proteine - carne, pesce, uova -, 1 porzione (1 pugno) di carboidrati - pane, patate -, e condimenti senza aggiungerli direttamente (quelli usati per cucinare ma senza pensare ad aggiungerne altri).
Niente di eccezionale e diverso. Tutt’al più, puoi pensare alle seguenti scelte alimentari per un miglior metabolismo dell’alcool e la riduzione dei sintomi del giorno dopo, ma senza fissartici troppo:
- Meglio piatti poco elaborati da alimenti genuini, che alimenti fritti o pieni di ingredienti di dubbia provenienza.
- Per le verdure, meglio scegliere quelle meno fibrose (no a broccoli, cavoli, carciofi) e con più fibra solubile (zucchine, cetrioli).
Importante per proseguire la serata: se bevi bevande alcooliche molto secche (come whisky, rum, tequila o grappe / acqueviti) o, peggio, liquori (come limoncello, mirto, e simili), inizierai a disidratarti molto velocemente, perché non assumerai acqua (come, invece, accade con la birra o col vino). I sintomi tipici sono la “testa leggera” (a volte un po’ dolorante) e la bocca molto secca.
Come regola generale, per ogni parte di alcool cerca di apportare 8-10 parti d’acqua (10-12 per i liquori che hanno una componente zuccherina). Nel vino la proporzione è già rispettata: in 100 ml di vino ci sono circa 10 ml di alcool (e niente zucchero). In un superalcoolico, invece, per 50 ml ci sono circa 20 ml di alcool e 30 ml di acqua. In 50 ml di liquore, 15-20 ml sono di alcool e ci sono circa 10 g di zucchero.
Quindi:
- Per ogni bicchierino di superalcoolico, bevi 1 bicchiere d’acqua;
- Per ogni bicchierino di liquore, bevi fino a 2 bicchieri d’acqua.
Una nota utile specie in cene, occasioni e pasti in cui si tende a stare molto fermi: è bene muoversi di tanto in tanto, fare due passi o semplicemente alzarsi dalla sedia. Questo aumenta il flusso di sangue in arrivo al fegato, favorendo il metabolismo dell'alcool.
Post serata: ridurre i postumi della sbornia
Se, nonostante le strategie per permettere al tuo corpo di metabolizzare al meglio l’alcool, hai esagerato e senti di essere in “post sbronza”, ecco i consigli utili. Per questa fase è bene distinguere quattro situazioni, in base a come ti svegli il giorno dopo.
Sveglia energica e pimpante
L’alcool è una bestia strana. Deprime il Sistema Nervoso Centrale, ma per certi versi lo eccita. Favorisce l’assopimento sulle prime, ma poi disturba il sonno. Questo fa sì che ci si possa svegliare paradossalmente molto energici anche con poche ore di sonno.
Ma è solo una sensazione del momento e la stanchezza sopraggiungerà dopo - più o meno 3-5 ore dopo la prima sveglia. Della caffeina extra (un caffè in più del solito), cioccolato fondente e 1 o 2 frutti forniscono il supporto necessario. Questo dopo aver bevuto 3-5 bicchieri d’acqua.
Anche se ti trovi in dieta low carb o dieta chetogenica, prendi quei frutti e non badare a quegli zuccheri: l’alcool “sottrae” zuccheri al fegato, perciò a livello di metabolismo è come se non li stessi assumendo (è l’etanolo che li sta usando).
Sveglia con mal di testa
Svegliarsi col mal di testa dopo aver bevuto un po' troppo è un classico post-sbronza (ma non colossale). Prenditi del tempo per bere molta, moltissima acqua. 3-5 bicchieri d’acqua a cui ne aggiungi altri 1-2. All’inizio potrebbe darti fastidio il sapore dell’acqua, ma è solo per un momento. Bevi finché non ti dà un po’ fastidio bere tutta quell’acqua.
Se usi BCAA, è un buon momento per assumerne 5-6 g assieme a un pezzo (2-3 quadretti) di cioccolato fondente e dose doppia di caffè. Non mangiare altro (anche se “avresti dovuto” mangiare) finché non avverti lo stimolo della fame. Al posto del BCAA puoi usare Tirosina (2-3 g).
Sveglia con mal di testa e stomaco in subbuglio
Quando dopo una notte brava a suon di Mojito o Negroni ti svegli con lo stomaco in subbuglio (ma senza nausea), oltre al mal di testa, per prima cosa, bevi. Molto, moltissimo, fin quasi non ti dà un po’ fastidio e anche di più: 3-5 bicchieri d’acqua, più altri 1-2, più 1 altro. Bevi finché senti che ti sta facendo tornare al mondo almeno a livello di testa.
Poi, prendi 1-2 cucchiaini di bicarbonato con un po’ d’acqua. Infine, aspetta lo stimolo della fame ma, al posto di mangiare come di consueto, bevi ancora molta acqua (3-5 bicchieri), prendi 5-6 g di BCAA (o 2-3 g di Tirosina) se già ne usi, 1-2 quadretti di cioccolato fondente, 1-2 frutti, e il tuo caffè doppio.
In questa situazione, non bere il caffè come prima cosa al mattino. Aumenterebbe la produzione acida in un ambiente (lo stomaco) che si è scompensato dopo la bevuta. Occorre prima dargli modo di riequilibrarsi, per questo il caffè dovresti prenderlo almeno dopo 1-2 frutti e 2-3 quadretti di cioccolato fondente.
Sveglia disturbata con nausea e necessità di vomitare
La pazza gioia della sera in cui esageri si paga caro con brutti postumi da sbronza: hai esagerato e ora te la tieni; ricorda l’esperienza per non ripeterla in futuro. Non c’è molto da fare per evitare che il tuo corpo butti fuori la sostanza che l’ha messo in quello stato (anzi, è utile che lo faccia). Non puoi bere molta acqua se hai nausea e necessità di vomitare, perciò, aspetta di vomitare e idratati dopo. Sarà difficile, perché il sapore dell’acqua ti darà fastidio, ma dovrai farlo.
Bevi abbondantemente, cercando di reintrodurre tutti i liquidi persi (se usi pesarti, pesati e in base al tuo peso medio cerca nella giornata di recuperare la differenza tramite acqua, centrifugati, spremute). Oltre i liquidi, dovresti reintrodurre anche i minerali: di un integratore di minerali, prendi 3-5 volte la dose consigliata, nella giornata.
BCAA / Tirosina e bicarbonato possono aiutarti anche in questo caso, tenendo a mente che la priorità è reidratarti.
Per tutt’e quattro le situazioni, ti consiglio vivamente di non restare a letto a rigirarti. Se ti muovi, aumenti il flusso di sangue anche in arrivo al fegato, così da aumentare lo smaltimento dell'alcool. Può bastare mettersi in moto, rifare il letto, e fare una passeggiata per velocizzare il processo.
Se proprio hai bisogno di un antidolorifico per il mal di testa, sarebbe meglio farlo dopo aver messo in atto questi consigli. Il mal di testa è dovuto in larga misura al fatto che il tuo corpo è disidratato. Coprire il male con un farmaco e non idratarsi nel frattempo, significa solo spostare l’orario in cui sentire il mal di testa.
Alcool test (e come superarlo)
Non esultare troppo per il titolo del paragrafo: se guidi ubriaco metti a rischio te e gli altri. Non farlo. Allora perché quel titolo? Perché a volte capita di sporcare un po' il caffè con un amaro o mangiare un dolcetto bagnato con un qualche tipo di liquore; pochi minuti dopo aver preso quel caffè o quel dolcetto, l'alcool espirato potrebbe risultare molto elevato.
Potrebbe bastare un cioccolatino mangiato nel momento sbagliato perché l’etilometro ti segnali come ubriaco!
La quantità di alcool espirata viene infatti usata per stimare il contenuto di alcool nel sangue (Blood Alcohol Content o BAC) da parte degli etilometri (alcoolimetri) che usano gli ufficiali quando ti fermano e ti fanno l'alcool test.
Il problema, quando assumi piccolissime quantità d’alcool come quelle presenti in un cioccolatino, è che l’alcool che resta nella bocca e nelle cavità aeree per qualche minuto, viene rilevato dall’alcool test mostrando una BAC elevata. Ti mostro cosa intendo:
Questo test è stato effettuato subito dopo (a 3-5 minuti) aver bevuto una tazzina di caffè “sporcato” con un cucchiaio (10-15 g) di liquore con volume alcolico 17% (per un totale di alcool veramente irrisorio di ~2 g). Stando alle formule, la BAC avrebbe dovuto essere almeno 20 volte inferiore (!). Infatti, aspettando 5 minuti, il test mi ha fornito una BAC pari a 0.
Anche le autorità eseguono un ulteriore alcool test a distanza di 5 minuti, ma è sempre meglio non destare sospetti già dal primo alcool test, conoscendo queste dinamiche.
Se proprio ti capita di assumere tracce di alcool (vedi esempi di caffè, dolcetti, cioccolatino) e guidare subito dopo, prova a non respirare col naso, ma fa’ solo respiri brevi e intensi (iperventila) con la bocca: l’alcool presente in bocca e vie aeree evaporerà più velocemente e se dovessero fermarti e farti un test, il rischio di un falso positivo verrà notevolmente ridotto.
Ribadisco: questo funziona solo per abbattere la quantità di alcool espirato per piccole quantità di alcool assunto; se bevi “realmente” (vere e proprie bevute e non alcool presente in tracce in caffè corretti e dolcetti), la quantità di alcool espirata rifletterà più fedelmente l’effettiva BAC - cioè la quantità di alcool presente nel sangue (non nel respiro).
BAC e limiti legali di alcool alla guida
Nota: qui continuerò a usare grammi / litro (g/l) per esprimere la BAC; in realtà, la BAC è propriamente espressa in percentuali. La differenza è semplicemente uno zero in più dopo la virgola. Ad esempio, 0.2 g/l equivalgono a 0.02% di BAC.
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Per quanto riguarda i limiti di alcool stabiliti dalla legge per chi guida, ti rimando alle indicazioni del Ministero della Salute su Alcool e Guida. Qui ripeto che sopra 0.5 g/l di alcool nel sangue sei già out, c’è una bella multa e la sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Per alcune categorie (autisti, neopatentati) i limiti sono ancora più stringenti. Leggi con attenzione il documento del Ministero della Salute su Alcool e Guida per non sbagliarti.
Se, come me, sai che se vai a cena fuori non ti farai mancare del buon vino, un gustoso amaro e uno sfizioso drink post-cena (e probabilmente il bis o tris su tutto!), il mio consiglio è munirti di un etilometro, come questo. Esso non garantisce assoluta precisione, ma ti dà quanto meno sensibilità su come il tuo corpo metabolizza l’alcool e fa la differenza tra “Ma tanto riesco a guidare” e “Cavoli, ne ho di alcool in corpo! Meglio farmi una passeggiata e prendere l’auto tra un po’ o far guidare qualcun altro se non prendere un taxi”.
Un modo alternativo per stimare la BAC, un po’ più macchinoso ma comunque fattibile, è tramite formula. Quello che ti serve conoscere è la quantità di alcool assunta. Ti indico qui dei calcoli con approssimazione per difetto, così da avere più margine di sicurezza.
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Prima di tutto, cerca di tenere traccia di quanto bevi o ricordarti quanto hai bevuto. Tieni presente che 10 g di alcool li assumi da (rispettivamente):
- 1 bicchiere di vino o una birra 0.33;
- 1 bicchierino di amaro;
- 1 shot di superalcolico;
- 1 cocktail.
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Seconda cosa, calcola la BAC al momento zero. Il consiglio è di pensare come se avessi bevuto tutto insieme; questo ti fornisce un margine di sicurezza extra. La BAC la trovi sommando le quantità di alcool assunte e dividendole per la metà del tuo peso corporeo.
- Infine, calcola il tempo necessario per raggiungere una certa BAC: ogni 40 minuti la BAC scende di 0.1 g/l. Calcola il tempo da quando hai finito di bere e considera un calo della BAC di ~0.15 ogni ora.
Poniamo il caso tu abbia bevuto 2 bicchieri di vino, un amaro e un cocktail, quest’ultimo alle 23:00. Hai assunto 2 x 10 + 10 + 10 = 40 g di alcool. Se pesi 70 Kg, devi dividere 40 per 35, ottenendo 1.14 g/l. Per guidare, ammesso abbia la patente da più di 3 anni (quindi il limite è posto a 0.5 g/l), devi aspettare - sconvolgiti! - circa 4 ore e 20 minuti (cioè le 3:20 del mattino).
Le opzioni sono, quindi: o bevi meno, o chiami un taxi (o comunque fai guidare qualcun altro).
È vero che abbiamo tenuto approssimazioni larghe e il numero cambia in base a tanti altri fattori (grasso corporeo, massa muscolare, fitness aerobica, cosa mangi, quanto ti muovi, quanta acqua bevi, temperatura, umidità…), ma senza strumenti manterrei questi margini per evitare qualsiasi rischio. Per avere maggiore sensibilità del numero, ribadisco il consiglio di acquistare un etilometro.
Alcool e Fitness globale
Nell'approccio Oukside, "Fitness" non è qualcosa di meramente materiale definibile in modo puramente tangibile. Fitness è il modo in cui il tuo corpo risponde agli stimoli, e tali stimoli sono di svariata natura: fisici (come gli alimenti), emotivi (come un’arrabbiatura), ambientali (come i cambi di temperatura). Non è possibile ascrivere alimenti e sostanze in categorie ben definite, proprio per questo motivo.
Se a me piace la cheesecake al caramello, i fissati potrebbero dire che “non è cibo sano” per via degli ingredienti necessari per farla, o la quantità di zuccheri e grassi, e così via. Ma così facendo trascurerebbero gli stimoli emotivi (gli effetti psicologici di mangiare quella torta) e ambientali (gli effetti del contesto in cui consumo quella torta), e il loro impatto sul benessere complessivo (Fitness globale).
Il parallelismo ci aiuta a capire perché l’alcool non può essere considerato non sano di per sé e in assoluto, in quanto anch’esso dovrebbe essere considerato all'interno del contesto d'uso e degli effetti molto più ampi che il suo consumo genera, non soltanto "biochimici", ma "edonici". Alcool e bevute possono infatti rappresentare momenti di goliardia e divertimento, ritrovo e convivialità, dove il bere non è lo scopo, ma la conseguenza di uno stare insieme, il cui effetto complessivo può essere "positivo" in termini di benessere, forma fisica e salute.
Ora va’, e goditi il tuo vino o drink preferito in compagnia e relax.
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