L’illusione della dieta grammata: perché l’imprecisione guidata funziona

EAT

Se pensi che dimagrire o stare bene significhi contare tutto (kcal, grammi, app, bilancino), stai inseguendo un’illusione di controllo. La precisione millimetrica stressa, non garantisce risultati e rompe il legame con i segnali del corpo. Qui ribaltiamo l’approccio: imprecisione guidata → più aderenza, più libertà, stessi (o migliori) esiti.

L’idea non è “andare a caso”: è spostare il focus da numeri fragili a scelte stabili che puoi ripetere ovunque. Usi categorie al posto di liste infinite, Quanti (Q) proporzionati alla persona, porzioni visive al posto di pesi, e aggiustamenti settimanali invece di micro‑correzioni ogni pasto.

Per chi è / Non è

Per chi è:

  • Vuoi mangiare bene senza app e senza bilancino, con risultati misurabili.

  • Sei stanco/a di piani grammati che saltano alla prima cena fuori.

  • Preferisci un metodo replicabile (a prova di viaggio, lavoro, famiglia) che rispetta i tuoi segnali.

  • Vuoi imparare criteri (densità, categorie, orizzonte settimanale) che non cambiano al cambiare del contesto.

Non è per chi:

  • Vuole la perfezione numerica a tutti i costi.

  • Cerca “la dieta” come lista di alimenti fissi e rigidi sostituti.

  • Vuole delegare tutto a un’app: qui sei tu a guidare, con strumenti semplici.

Le 16 cose da tenere a mente sulla dieta “senza bilancino”

  1. Controllo ≠ risultato. Aderenza, non perfezione, decide l’esito.

  2. Il corpo non è un tubo. Gli stessi numeri non producono gli stessi effetti in tutti, sempre.

  3. 3 categorie battono 300 sostituzioni. Più semplice = più sostenibile.

  4. Q (Quanti) > grammi. Parametro unitario, proporzionato alla persona → meno calcoli, più azione.

  5. Porzioni visive (palmo/pugno/pollice) riportano il cibo nel mondo reale.

  6. Densità calorica come bussola: stessa categoria, pesi diversi (pasta ≠ patate).

  7. Errore casuale si annulla. Nel tempo, le micro‑differenze rientrano nella media.

  8. Database e assorbimento variano. Etichette e tabelle hanno ±20–35% di margine: inseguire il decimale è tempo perso.

  9. Il segnale vale. Sazietà, energia, prestazione guidano gli aggiustamenti.

  10. Settimana > singolo pasto. Orchestrare giorni (spazio → sforzo → nutrimento) batte l’ossessione per il piatto perfetto.

  11. Matrice batte macro. Pasti veri > snack “zero” che accendono fame.

  12. Una leva alla volta. Quando aggiusti, cambia o C o F o P; non tutto insieme.

  13. Contesto prima dei numeri. Allenamento, sonno, stress spostano il fabbisogno più dei grammi.

  14. Fuori casa non è un problema. Se pensi per categorie, trovi un piatto ovunque.

  15. Progressione lenta = risultati duri. Aggiustamenti di ±0.5 C o ±1 P per settimana sono sufficienti.

  16. Libertà pensata batte divieto. Un solo contesto “libero” pianificato vale più di rigore perfetto e rimbalzi.

Semplificazione: 3 categorie (con esempi concreti)

Il passaggio chiave è pensare per categorie, non per singoli alimenti: scegli la funzione nel piatto (chi costruisce, chi dà energia, chi dà tenuta e sapore) e poi l’alimento più comodo in quel momento:

  • Fonti proteiche. Sono la parte che costruisce: carne, pesce, uova, affettati, alternative proteiche vegetali, formaggi freschi o stagionati, latticini, polveri proteiche. Scegline una e rendila la protagonista del pasto.

  • Fonti glucidiche. Sono la benzina: riso, cereali, pasta, pane, gallette, legumi, patate, frutta. Usale in quantità coerenti con il movimento e con l’ora del giorno; nei giorni “piatti” puoi ridurle, intorno allo sforzo puoi alzarle.

  • Fonti lipidiche. Sono la leva di tenuta e gusto: condimenti (burro, ghee, oli, salse casalinghe), semi, frutta oleaginosa, cioccolato fondente, formaggi grassi. Distribuiscile per sazietà e palatabilità: servono a completare, non a diventare il piatto principale.

Regola rapida per ogni pasto: 1 proteica + (se serve) 1 glucidica + 1 lipidica per condire; il resto verdure.

Q — i “Quanti” che ti servono (senza contare tutto)

Q = altezza (cm) − 100 → numero proporzionato alla persona.

Base giornaliera (approccio Oukside):

  • Proteine (P): 7–8 Q di alimenti proteici al giorno

  • Carboidrati (C): 1.5–2 Q di alimenti glucidici

  • Grassi (F): 1–1.5 Q di alimenti lipidici

Prassi smart sui grassi: per distribuire meglio nei pasti, usa 5 F come contatore pratico (es. invece di 1 F totale, usa 5 “F” da spalmare tra colazione/pranzo/cena). La quota finale non cambia, cambia la maneggevolezza.

Esempio (165 cm → Q = 65):

  • P: 7–8 Q → ≈ 450–520 g di alimenti proteici

  • C: 1.5–2 Q → ≈ 100–130 g di alimenti glucidici

  • F: 1–1.5 Q → ≈ 65–95 g di alimenti lipidici (oppure 5 F come unità “pollice” per i pasti)

Razionale numerico (media su 10.000+ alimenti): P≈20%, C≈60%, F≈80% del peso (g su 100 g) della rispettiva categoria → da qui le conversioni.

 

Come calcolare i tuoi Q in 20 secondi

  1. Formula: Q = altezza (cm) − 100.

  2. Applica: P = 7–8 Q di alimenti proteici · C = 1.5–2 Q di alimenti glucidici · F = 1–1.5 Q di alimenti lipidici (oppure ~5 F “pollici” distribuiti nella giornata).

  3. Esempi rapidi

  • 155 cm → Q = 55 → P ≈ 385–440 g, C ≈ 80–110 g, F ≈ 55–80 g (oppure ~5 F)

  • 175 cm → Q = 75 → P ≈ 525–600 g, C ≈ 110–150 g, F ≈ 75–110 g (oppure ~5 F)

  • 190 cm → Q = 90 → P ≈ 630–720 g, C ≈ 135–180 g, F ≈ 90–135 g (oppure ~5 F)

 

Dal numero al piatto: porzioni visive

  • P (proteine): volume palmo (senza dita)

  • C (carboidrati): volume pugno

  • F (grassi): volume pollice

Giornata tipo (esempi pratici)

  • Colazione lavoro: 2 P · 0.5–1 C · 1 F → uova + pane vero + frutta o yogurt greco + frutta + frutta secca.

  • Pranzo semplice: 3 P · 1 C · 2 F → piatto unico: riso/patate + pesce/uova + olio + verdure.

  • Cena leggera: 2 P · 0 C · 2 F → proteine + verdure cotte + condimento.

  • Totale base: 7 P · 2 C · 5 F.

Non è una gabbia: scambia P/C/F nella settimana in base a allenamenti, fame, impegni. Se ti alleni, porta C vicino allo sforzo.

Eccezioni utili (densità calorica senza tabelle)

Stessa categoria, densità diversa → cambia il peso.

  • Pasta ↔ patate: 100 g pasta ≈ 400 g patate (C alto vs C basso)

  • Pane ↔ riso: 100 g pane ≈ 150–170 g riso cotto (acqua diversa)

  • Carne ↔ uova: 100 g carne ≈ 200 g uova (P più diluite)

  • Legumi cotti: 150–200 g ≈ 1 C (dipende dal legume)

  • Olio ↔ frutta secca: 10 g olio ≈ 20–25 g frutta secca (F meno concentrati)

  • Fondente 80–90%: 10–15 g ≈ 0.5 F

Usa queste equivalenze mentali quando sostituisci.

Dieta senza bilancino in 7 step

1) Scegli la struttura giornaliera. Decidi P/C/F per pasto (vedi schema “giornata tipo”).

2) Prepara per categorie. Tieni sempre in frigo: 2–3 P (uova, carne/pesce pronto), 2 C (riso/patate frigo), 2 F (olio/semifreddo di frutta secca).

3) Porziona a occhio, conferma col segnale. Palmo/pugno/pollice + fame/sazietà/energia.

4) Aggiusta per contesto. Giorno di allenamento → +0.5–1 C; giornata seduta → C invariati, più P/F.

5) Rivedi a fine settimana. Peso/fit vestiti/energia/aderenza → ±0.5 C o ±1 P per volta.

6) Fuori casa. Pensa per categorie: 1 P chiara + 1 C se serve + F da condimento; dolce = scelta in un solo contesto.

7) Spesa “a prova di aderenza”. Lista corta per categorie: 3 P + 2 C + 2 F sempre in casa. Il contesto decide più dei grammi.

Settimana tipo (A/B/C) — struttura operativa

Tre tracce da adattare ai tuoi segnali e impegni. Usa Q e porzioni visive; aggiusta di ±0.5 C o ±1 P alla volta.

A) Deficit leggero (−)

  • Obiettivo: calo 0.4–0.7%/sett senza fame cronica.

  • Struttura: 3 giorni base (7 P · 2 C · 5 F), 2 giorni allenamento (+0.5–1 C vicino allo sforzo), 1 giorno social (un solo contesto con libertà pensata), 1 giorno rest/sonno (C serali un po’ più alti).

  • Segnali OK: fame ordinata, sonno ok, energia stabile.

  • Se non va: fame dura → +1 P o +0.5 C serali per 3–5 giorni.

B) Mantenimento/ricomposizione (±)

  • Obiettivo: peso stabile, performance su, composizione lenta.

  • Struttura: 2–3 giorni C+ (7 P · 2–2.5 C · 4–5 F) intorno agli allenamenti; 3–4 giorni C normale (7 P · 1.5–2 C · 5 F).

  • Segnali OK: progressi in palestra, sonno buono, niente craving forti.

  • Se non va: energie basse → sposta +0.5 C sul giorno prima della seduta intensa.

C) Stress/viaggio (↔ aderenza prima)

  • Obiettivo: non “perdere il filo”.

  • Struttura: spazio al mattino, pranzo asciutto (2–3 P · 0–0.5 C · 2 F), cena completa (2 P · 1–1.5 C · 2 F). Se meeting/social, il dolce sostituisce C della cena.

  • Segnali OK: mente lucida, fame gestibile.

  • Se non va: craving pomeridiano → primo pasto anticipato o +0.5 C serali il giorno prima.

Interruttori settimanali: se peso ↑ 2 sett con aderenza → −0.5 C; se fame cronica/sonno peggio → +1 P o +0.5 C serali. Se allenamento non rende → C più vicini allo sforzo.

 

L’illusione della precisione (perché i conti non tornano)

  • Database e tabelle variano a campione (±~20%).

  • Assorbimento personale/situazionale oscilla (±~15%).

  • Preparazioni e cotture cambiano peso/acqua e quindi le stime.

  • Micro‑errori casuali si compensano nel tempo: il decimale non decide il risultato.

Conclusione: inseguire il milligrammo riduce l’aderenza e non migliora l’esito.

 

Errori comuni (e come evitarli)

  • App‑dipendenza: smetti di mangiare quando “finiscono le kcal” anche se hai fame → usa i segnali + struttura P/C/F.

  • Monotonia da numeri: sempre stessi alimenti → varia all’interno della categoria.

  • Sostituzioni cieche: pasta = patate grammo‑grammo → ricordati della densità.

  • Settimana senza orizzonte: tutto perfetto lun‑ven, caos nel weekend → pianifica range, non pasti fotocopia.

  • Tutto‑light, zero satiabilità: grassi troppo bassi → fame 24/7 → rimbalzi. Tieni F come leva di tenuta.

  • Dolcificanti in “spazio metabolico” (digiuno tra un pasto e l’altro o esteso da quello notturno): se ti accendono fame, sono controproducenti: toglili dallo spazio.

Segnali & Stop

  1. Sazietà inesistente o fame 24/7 → alza P ( +1 Q) o F ( +1–2 “pollici” ) per 3–5 giorni.

  2. Energia piatta in allenamento → sposta C a ridosso dell’allenamento ( +0.5–1 C ).

  3. Gonfiore/calo digestivo → varia fonti C (patate/riso/frutta) e metodi di cottura.

  4. Aderenza bassa → semplifica: 2 P fisse/pasto, C solo post‑allenamento o a pranzo.

  5. Peso in su per 2 settimane nonostante aderenza → riduci C di 0.5 Q o F di 1–2 “pollici”.

  6. Sonno peggiora senza motivo → +0.5 C serali e riduci caffeina.

  7. Craving zuccheri quotidiano → alza P a colazione o sposta C a sera.

FAQ su dieta grammata (e alternative sane)

Senza pesare, non rischio di esagerare?
Con porzioni visive + check settimanale, no: rientri per iterazioni piccole.

Come gestisco i ristoranti?
Pensa per categorie: scegli 1 P solida (carne/pesce/uova), 1 C (pane/patate/riso) se ti serve, F da condimenti.

E se faccio sport?
Usa C come “leva” intorno all’allenamento; il resto P/F per sazietà e recupero.

Legumi dove stanno?
C per funzione principale; se vegan/veg, considera anche la quota P.

Le calorie non contano?
Contano a grandi linee: questo metodo le incorpora senza ossessione.

L’alcol dove lo metto?
Conta come scelta in un solo contesto: sostituisce C o F della cena.

Colazione dolce o salata?
Come vuoi, ma P presenti. Se dolce → occhio al volume e ai picchi.

Posso fare “pasto libero”?
Sì: un solo contesto e poi reset; non due giorni di fila.

Cosa portarti a casa

Conclusione essenziale: la dieta “perfetta” non esiste; quella sostenibile sì. Poche categorie, Q semplici, porzioni visive e aggiustamenti settimanali battono il bilancino.

  • Imprecisione guidata → più aderenza → migliori risultati.

  • Categorie e densità per sostituzioni senza app.

  • Q e porzioni visive come lingua comune.

  • Settimana come orizzonte di ottimizzazione.

  • Una leva alla volta, in base ai segnali: fame, sonno, performance.

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Riccardo Battistin

Guida FEEL · Focus & Energia
Collega nutrizione e mente: piatti intelligenti, ritmo che libera la testa, strumenti utili oggi.
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