Vuoi stare bene, o vuoi sentirti bene?

Questa pagina è nata come riflessione. E resta una riflessione.

Perché la domanda non è “quale dieta” o “quale workout”. È una domanda più profonda (e più scomoda):

Vuoi stare bene, o vuoi sentirti bene?

Sembra la stessa cosa. Non lo è.

“Stare bene” è spesso una posizione: una condizione che puoi descrivere, confrontare, misurare.

“Sentirti bene” è un’esperienza: può essere confusa, non lineare, a volte perfino incompatibile con l’idea che hai di “fare le cose per bene”.

E qui nasce l’equivoco: proviamo a ottenere l’esperienza (sentire) usando solo strumenti da posizione (stare).

In breve

Se vuoi portarti via qualcosa senza leggerti tutto:

  • misurare aiuta quando ti dà chiarezza e direzione;

  • misurare rovina quando diventa identità, giudice o ricerca di controllo;

  • il Metodo Oukside usa numeri e segnali come strumenti, ma ti chiede una cosa prima: consapevolezza e responsabilità.

Se vuoi un ingresso “razionale” a questa filosofia: Esamina Oukside: Never Diet (e perché cito Examine).

Misuriamo l’immisurabile

Quanto pesi. Quante ore dormi. Quanta HRV. Quanta glicemia. Quanti passi. Quante kcal.

Non ho nulla contro i numeri. Li amo. E proprio per questo mi fanno paura quando diventano una scorciatoia per evitare di sentire.

Il problema non è misurare. Il problema è confondere il misurabile con il reale.

Alcuni esempi tipici:

  • ti senti stanco → guardi il punteggio del sonno e decidi che “non puoi allenarti”;

  • ti senti bene → guardi il punteggio e decidi che “stai mentendo a te stesso”;

  • una settimana va male → trasformi una curva in una sentenza.

La misura, da strumento, diventa tribunale.

E quando un percorso di benessere parte da qui, spesso non sta costruendo benessere: sta costruendo controllo.

Se ti interessa la parte “da ingegnere” applicata alla vita: Decisioni e consapevolezza pratica.

Distratti dallo “stare”, evitiamo il “sentire”

“Stare” è comodo perché è comparabile.

Ti dice “sei sopra / sotto”, “sei in linea / fuori”, “sei a posto / non sei a posto”.

Ma una vita sana non si gioca solo lì.

Una delle trappole più comuni è questa: usare la misurazione come modo elegante per non affrontare domande più semplici e più vere.

  • Hai fame o stai scaricando stress?

  • Ti alleni perché ti fa bene o perché ti fa sentire “a posto”?

  • Stai inseguendo salute o stai inseguendo un’identità?

Se ti sembrano troppo “filosofiche”, prova a guardarle così: sono domande operative. Ti dicono dove stai spendendo energia mentale inutilmente.

Se vuoi una lente pratica per allenare presenza e ridurre automatismi: MAAS test: consapevolezza e attenzione.

Stare bene è complesso, sentirsi bene richiede onestà

“Stare bene” è complesso perché è un sistema: cibo, movimento, sonno, stress, lavoro, relazioni, abitudini.

“Sentirti bene” richiede onestà perché ti costringe a vedere quando stai usando un sistema (anche “salutare”) per evitare qualcosa.

Qui non c’è una formula unica. Ma c’è un criterio.

Se ciò che stai facendo ti rende più stabile, più capace, più libero, allora stai costruendo benessere.

Se invece ciò che stai facendo ti rende più ansioso, più rigido, più dipendente da un numero, allora stai costruendo una gabbia che assomiglia al benessere solo da fuori.

E sì: a volte il confine passa da strumenti innocui (un’app, un wearable, un diario). Non perché siano “male”, ma perché possono diventare una stampella identitaria.

Questo vale in modo particolare per sonno e recupero: i tracker possono aiutare a vedere pattern, ma non sono strumenti di diagnosi, né un giudizio sulla tua giornata.

Se vuoi una bussola concreta su recupero e rumore mentale: Stress → Relax → Adapt e Dormire meglio già stanotte.

La posizione Oukside: numeri come strumenti, non come identità

Nel Metodo Oukside usiamo segnali e metriche per due motivi:

  1. vedere pattern che altrimenti ti sfuggono;

  2. scegliere una mossa piccola che cambia la traiettoria.

Non li usiamo per:

  • decidere se vali;

  • punirti;

  • inventare una versione “perfetta” di te.

Se vuoi capire come questo diventa un sistema (non un discorso): Metodo Never Diet.

Cosa te ne fai tu

Se questa riflessione deve diventare utile, prova così per 7 giorni.

1) Scegli un solo numero da “declassare”.

Non eliminarlo. Declassalo.

Esempi:

  • punteggio del sonno;

  • peso quotidiano;

  • kcal “perfette”;

  • HRV come oracolo.

Regola: lo guardi per vedere un trend, non per decidere chi sei.

2) Scegli un solo segnale “non numerico” da osservare.

  • energia al risveglio;

  • fame reale (non ansia);

  • qualità della concentrazione;

  • desiderio di movimento.

3) Fai una sola mossa coerente, ogni giorno.

Una.

  • un pasto base “competente”;

  • 10–20 minuti di allenamento replicabile;

  • luce al mattino;

  • una finestra senza schermi;

  • una passeggiata.

Se vuoi costruire continuità senza affidarti alla motivazione: Abitudini che tengono — come crearle (davvero).

Pronto ad iniziare con il Metodo Oukside?

Fai il Never Diet Test (9 domande, 2 minuti) e ricevi la guida Never Diet Essential.

Fai il Never Diet Test
Mappa personale + Guida gratuita — 4 Aree / 9 Fattori
Vincenzo

Founder · Architetto del Metodo
Progetta il Metodo Oukside: principi chiari, scelte pratiche, progressi misurabili. Coordina la linea editoriale.

↑ Clicca sul nome per vedere tutti gli articoli

Indietro
Indietro

“Cosa vogliono le persone?” (e perché ti riguarda più del fitness)

Avanti
Avanti

Perché fai quello che fai? Perché sei tu a costruire la realtà.