Non ho fatto la dieta

Hai mai usato o sentito questa espressione? “Non ho fatto la dieta” si potrebbe tradurre con “Ho deviato da ciò che avrei dovuto fare”. 

Analizzare questa espressione ci porta ad altre importanti considerazioni relative a come approcciarsi alla dieta. Cerchiamo perciò di capire cosa c’è dietro il “non aver fatto la dieta”.

Fare la dieta

Il mondo delle diete ci ha inculcato l’idea che fare la dieta significhi mangiare in un modo che rispecchia un “mangiare sano” che ci farebbe stare bene e in forma. “Fare la dieta”, nel gergo dei dieter, significa quindi seguire una dieta.

Togliendo di mezzo l’etimologia della parola dieta, che letteralmente rappresenta tutto ciò che si mangia (e non solo), soffermiamoci sul concetto di “seguire la dieta”.

Sentire di dover “seguire una dieta” per stare bene e in forma, è sbagliato sul nascere. L’approccio corretto dovrebbe essere quello di trovare il proprio stile alimentare. Questo non significa fare un po’ quello che ci pare e mangiare dolci, prodotti industriali, pasta e pizza: dobbiamo riconoscere che questi sono stimoli “artefatti” del mondo attuale che ci fanno deviare dai nostri bisogni nutrizionali naturali. 

Trovare il proprio stile alimentare significa fermarci a riflettere su quello che ci fa avere soddisfazione e nutrimento, senza sentire che stiamo rinunciando a qualcosa.

La sensazione, quando mangiamo, dovrebbe essere quella che stiamo ottenendo nutrimento da ciò che mangiamo, che man manoci stiamo saziando, e che finito il pasto saremo soddisfatti. (Il cibo “stimolante” — cibi industriali, dolciumi, e simile — non soddisfa nessuno dei tre requisiti.)

Non fare la dieta

D’altro canto, spesso l’espressione “non fare la dieta” indica non avere seguito in maniera certosina le rigide direttive di uno schema alimentare. Chi usa l’espressione è per la maggiore chi ha inculcata l’idea che la dieta “o si segue o non si segue”, o ci si attesta su insalata, petto di pollo, riso, e altri alimenti standard (cucinati per di più in modo poco interessante), oppure “non è dieta”.

Molte persone sono convinte del fatto che mangiare una tagliata con patate o un risotto con funghi e formaggio, sia qualcosa che devia rispetto ai canoni del “mangiare sano”.

Generalmente, le stesse persone pensano che “mangiare sano” debba significare sacrificarsi in modo costante e perenne, vivendo con senso di colpa qualsiasi pasto dia soddisfazione e gusto. In quest’ottica, se “la dieta” (lo schema dietetico) indica riso e pollo, mangiare filetto e patate può generare l’idea di “non aver seguito la dieta”.

L’errore fondamentale è tutto lì: credere che un piatto più soddisfacente sia “sbagliato” per il solo fatto che non rispecchia uno standard convenzionale nato da non si sa cosa. Da cui deriva il “non aver fatto la dieta”.

Fare la dieta non è fare la dieta

Tra fare la dieta e non fare la dieta, vediamo di ricalibrare il concetto. “Fare la dieta” è un’espressione che non dovrebbe essere proprio usata. 

Migliorare la propria alimentazione significa applicare una strategia completa che modifica le abitudini alimentari, in linea col proprio stile di vita.

Se senti che stai “facendo la dieta”, vuol dire che stai facendo qualcosa che non si allinea (e non si allineerà mai) con il tuo stile di vita. La tua dieta giorno per giorno dovrebbe darti nutrimento e soddisfazione, non sofferenza. Dovrebbe rispettare i 3 criteri detti sopra:

  • Ti fa sentire che stai ottenendo nutrimento da ciò che mangi

  • Man mano che mangi, fa aumentare la sazietà (e ridurre l’appetito e la fame)

  • I pasti soddisfano sia la tua voglia che il tuo bisogno di mangiare

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