Sei consapevole di esserlo? Consapevolezza e MAAS test

Ti è mai capitato di arrivare da qualche parte in auto e pensare: “Come ci sono arrivato?”

Non perché ti sei perso, ma perché eri in modalità automatica.

Quella modalità è utile: ti fa risparmiare energia.

Il problema nasce quando la modalità automatica diventa lo stato “di default” anche dove ti servirebbe presenza: scelte, cibo, stress, sonno, relazioni, allenamento.

Il punto è questo: spesso non ti manca informazione. Ti manca presenza nel momento della scelta.

Puoi sapere già tutto “in teoria” eppure ritrovarti in automatico (stress → compensazione, stanchezza → rimando, ansia → controllo).

Per questo diciamo: meno nuove informazioni, più consapevolezza operativa. Non per sapere meno, ma per accorgerti prima e scegliere meglio.

Per chi è (e per chi non è)

Per chi è

  • Ti senti spesso in “pilota automatico” e vuoi capire dove perdi presenza.

  • Vuoi strumenti sobri per aumentare consapevolezza senza trasformarla in un progetto infinito.

  • Ti interessa un modo semplice per collegare consapevolezza e scelte concrete (non teoria).

Non è (ancora) per te

  • Cerchi una tecnica che prometta di “risolvere tutto”.

  • Stai attraversando un periodo in cui pratiche di introspezione ti destabilizzano (ansia intensa, derealizzazione, ecc.): in quel caso serve gradualità e, se necessario, supporto professionale.

In breve

La consapevolezza non è “stare nel qui e ora 24/7”. È:

  • accorgerti di cosa succede (pensieri, emozioni, corpo, impulsi);

  • scegliere un micro-aggiustamento invece di reagire in automatico;

  • ripetere questo gesto abbastanza spesso da renderlo naturale.

Un modo pratico per “misurarla” è la MAAS (Mindfulness Attention Awareness Scale): 15 frasi, punteggi, una media finale.

Princìpi

1) Conoscenza, coscienza, consapevolezza (senza farne filosofia)

Per capirci al volo:

  • Conoscenza: sapere qualcosa (“so cos’è la parola ‘cane’”).

  • Coscienza: l’esperienza di un “Io” che percepisce e agisce.

  • Consapevolezza: l’abilità di osservare quello che succede in te mentre succede.

È una semplificazione utile: ti serve per portare la lente sul quotidiano, non per fare un trattato.

2) “Vivere nel qui e ora” non è un dogma

Se provi a essere presente su tutto, sprechi energia.

La domanda più utile è: in quali momenti ti conviene essere più consapevole?

  • quando devi scegliere (cibo, priorità, confini, lavoro);

  • quando sei sotto stress (e l’automatismo ti porta a fare sempre le stesse cose);

  • quando vuoi cambiare un comportamento e ti accorgi che “ci ricaschi”.

3) Osservarti ti cambia già

Quando ti accorgi che stai reagendo, non stai più solo reagendo.

Quel mezzo secondo di spazio è dove nasce la scelta.

Se vuoi un ponte pratico verso “scelte sobrie” quando ti senti tirato da mille richieste: Imparare a dire di No: confini personali che ti fanno stare meglio (e più in forma).

Cosa dicono le evidenze

Due punti “robusti” da tenere a mente:

  • Scale come la MAAS sono state sviluppate e validate per misurare aspetti legati a attenzione e consapevolezza nel quotidiano.

  • In molti contesti, una maggiore mindfulness/consapevolezza si associa a esiti migliori su stress percepito e benessere psicologico, ma gli effetti dipendono da contesto, pratica e persona.

A te (e noi) interessa questo: la consapevolezza è utile se diventa mossa applicabile, non identità.

In pratica

1) Il check settimanale “minimo efficace” (5 minuti)

Scegli un momento fisso (es. domenica sera o lunedì mattina) e rispondi a tre domande:

  • Qual è l’obiettivo principale di questa settimana?

  • Qual è il collo di bottiglia più probabile?

  • Qual è una mossa semplice che lo riduce?

Non devi scrivere un diario. Devi creare direzione.

2) Il check giornaliero “stato del sistema” (30 secondi)

Una volta al giorno, senza teatro:

  • corpo: “tensione o morbidezza?”

  • mente: “rumore alto o basso?”

  • energia: “su o giù?”

Se vuoi un esempio concreto su come abbassare rumore quando sale: Respirare meglio quando lo stress sale.

3) MAAS test: come funziona (e come leggerlo)

La MAAS è composta da frasi che descrivono situazioni tipiche di distrazione/automaticità.

Per ogni frase, assegni un punteggio da 1 (“quasi sempre”) a 6 (“quasi mai”). Poi fai la media.

  • media più bassa: più spesso sei in automatico;

  • media più alta: più spesso sei presente.

Non usarla per giudicarti. Usala per orientarti.

Le 15 frasi (versione pratica)

  1. Mi accorgo di un’emozione solo dopo che è passata.

  2. Rompo o dimentico cose perché ero distratto.

  3. Fatico a restare concentrato su ciò che sto facendo.

  4. Mi muovo “verso la meta” senza notare il percorso.

  5. Non sento tensioni/fastidi finché non diventano forti.

  6. Dimentico un nome appena l’ho sentito.

  7. Agisco automaticamente senza rendermi conto di cosa sto facendo.

  8. Faccio le attività quotidiane di corsa, senza attenzione.

  9. Sono così focalizzato sul risultato che perdo contatto con il processo.

  10. Lavoro “in automatico” senza presenza.

  11. Ascolto a metà mentre faccio altro.

  12. Guido col pilota automatico e poi mi chiedo perché ho preso quella strada.

  13. Mi ritrovo spesso a rimuginare su passato o futuro.

  14. Faccio cose senza rendermene conto (poi mi “risveglio”).

  15. Mangio uno snack e mi accorgo tardi che stavo mangiando.

4) Dopo il punteggio: la mossa vera

Scegli un’area della vita dove l’automatismo ti costa caro e fai una sola cosa:

  • riduci frizione (rendere facile la scelta buona);

  • riduci tentazione (rendere difficile la scelta che ti sabota).

Se il tuo automatismo più frequente è “stress → compensazione”: Stress, relax, adapt.

Segnali da osservare (e quando fermarti)

Verdi:

  • ti accorgi prima dei pattern (fame nervosa, scroll, “sì” automatici);

  • recuperi più in fretta dagli scivoloni;

  • fai micro-aggiustamenti senza bisogno di rivoluzionare tutto.

Gialli:

  • trasformi la consapevolezza in controllo (devi “monitorare” tutto);

  • il check ti porta a colpevolizzarti invece che a scegliere una mossa.

Rossi:

  • pratiche di attenzione ti aumentano ansia o ti destabilizzano: riduci intensità e durata; se persiste, valuta supporto professionale.

FAQ su Consapevolezza e MAAS test

Devo essere presente sempre?
No. La presenza totale è inefficiente. L’obiettivo è essere più consapevole nei momenti che spostano la traiettoria.

Se faccio il test e viene “basso”, significa che sto male?
No. Significa che sei spesso in automatico. È un punto di partenza, non una diagnosi.

Quanto spesso dovrei rifarlo?
Se vuoi usarlo come check, ogni 4–8 settimane è più che sufficiente. Non trasformarlo in ossessione.

Consapevolezza = meditazione?
La meditazione può aiutare, ma la consapevolezza in Oukside è soprattutto un gesto pratico: notare, scegliere, ripetere.

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