“Non ho tempo”: davvero? Come creare tempo con energia e scelte minime

“Vorrei mangiare meglio, allenarmi, dormire di più… ma non ho tempo”.

Se questa frase ti gira spesso in testa, non sei un caso particolare: è il modo in cui il cervello prova a spiegare una sensazione molto semplice – giornate piene, energia bassa, frizioni ovunque. Solo che detta così sembra un verdetto: o hai tanto tempo libero, o resti incastrata/o in una vita in cui cura di te e forma fisica arrivano sempre ultime.

Partiamo da un’altra ipotesi: non è solo un problema di agenda, è un problema di energia e di attrito. Puoi avere una tabella perfetta di allenamenti e menù; se il frigo è vuoto, la cucina caotica, le notifiche sempre accese e ogni minima azione richiede dieci passaggi, il piano resta ideale. Non reale.

In più, c’è un pezzo invisibile che non vedi nel calendario ma senti addosso: il carico mentale. Ricordare tutto per tutti, tenere in testa scadenze, impegni dei figli, richieste del lavoro, appuntamenti medici, messaggi a cui rispondere. Anche quando sulla carta ci sarebbe uno spiraglio, il cervello è già saturo e qualunque scelta per te sembra “troppo”.

Questo articolo non ti propone una vita monastica, ma un modo diverso di guardare alle tue giornate. L’obiettivo è semplice:

  • smontare l’idea che “non ho tempo” sia una condanna;

  • mostrarti come tempo ed energia si possono creare, tagliando frizioni e alzando di poco ma in modo stabile il tuo livello di base;

  • aiutarti a vedere dove il tuo tempo viene “risucchiato” senza restituire niente di utile;

  • darti protocolli minimi – piatti veri, micro‑allenamenti, guardrail digitali – che puoi infilare anche nelle settimane più storte.

Non diventerai una macchina di produttività. Diventerai una persona che usa il tempo come strumento per stare meglio, non come alibi per rimandare all’infinito. Il traguardo non è incastrare tutto, ma riuscire a proteggere l’essenziale.

Per chi è / Non è

Per chi è:

  • per chi arriva a sera svuotata/o, con la sensazione di aver corso tutto il giorno senza aver fatto quasi nulla per sé;

  • per chi si ritrova spesso a dire “vorrei allenarmi/mangiare meglio, ma non ho tempo” mentre scrolla sul divano o risponde all’ennesimo messaggio di lavoro;

  • per chi si sente sempre in rincorsa e vorrebbe una base di ordine su cibo, movimento e sonno senza “stravolgere la vita”;

  • per chi cerca strumenti pratici per piatti veri e movimento minimo (10–20 minuti) e non l’ennesima teoria sul time‑management perfetto.

Non è per chi:

  • cerca un template di produttività con 52 abitudini perfette e sveglia alle 5 del mattino;

  • vuole sentirsi dire che “se vuoi, puoi” e che basta più forza di volontà per incastrare tutto;

  • si aspetta che dopo aver letto questo articolo magicamente compariranno ore vuote e giornate sempre sotto controllo;

  • si trova in una fase di esaurimento, burnout o depressione in cui prima serve un percorso di cura dedicato: in quei casi, il primo passo è parlare con professionisti qualificati, non caricare l’agenda di nuovi obiettivi.

Se ti riconosci almeno un po’ nel primo elenco, puoi usare questo articolo come base per ripensare il modo in cui organizzi energia, tempo e frizioni attorno a cibo, movimento e recupero. Non per diventare perfetta/o, ma per smettere di lasciare il tuo benessere “agli avanzi” delle giornate.

In breve: tempo, energia e frizioni

  • Il problema raramente è “non ho tempo” in assoluto: spesso è energia bassa + frizioni alte + carico mentale.

  • Il tempo per mangiare meglio e muoverti non si trova: si crea, togliendo attriti inutili e proteggendo pochi slot chiave.

  • Micro‑slot regolari battono i piani perfetti: 10–20 minuti fatti oggi spostano più dei 90 minuti che non arrivano mai.

  • Gestire il tempo non è diventare fanatica/o della produttività, ma fare spazio reale a sonno, piatti veri e movimento.

  • Non serve controllare ogni minuto della giornata: serve riconoscere quali ore “ti scivolano via” e come recuperare una parte di quel tempo.

  • La domanda non è “come incastro tutto?”, ma “cosa proteggo davvero nelle mie giornate e cosa posso lasciare andare?”.

Se vuoi, puoi anche leggere questo articolo come una piccola “manutenzione programmata” della tua settimana: invece di aspettare che tutto crolli, impari a mettere mano a ciò che puoi cambiare davvero.

Princìpi su tempo & energia

1. Non è (solo) un problema di agenda

A parità di orari in calendario, due persone possono vivere giornate completamente diverse.

Una arriva a sera distrutta, con fame nervosa e nessuna energia per muoversi. L’altra sente stanchezza normale, ma ha ancora margine per cucinare qualcosa di decente e fare un minimo di movimento. Stessi impegni, esiti diversi.

Il punto non è solo quanti appuntamenti hai, ma come ci arrivi e cosa fai negli interstizi.

  • Se mangi quasi sempre al volo, con snack casuali, energia e concentrazione crollano a metà giornata.

  • Se dormi male o troppo poco, anche compiti semplici diventano enormi macigni.

  • Se ti muovi pochissimo, ogni attività extra sembra insormontabile.

A questo si aggiunge tutto ciò che non compare nel calendario ma pesa addosso:

  • gestire messaggi, richieste, problemi dell’ultimo minuto;

  • pensare ai pasti, alla spesa, agli incastri familiari;

  • rimuginare su ciò che “avresti dovuto fare”.

Tempo, benessere e fitness sono collegati proprio qui: giornate gestite male, con alimentazione disordinata, sedentarietà e sonno insufficiente, rendono molto più difficile gestire i pasti, costruire muscolo, recuperare davvero. Non perché “hai poco tempo”, ma perché il modo in cui usi tempo ed energie alimenta un circolo vizioso.

La buona notizia è che, cambiando alcuni elementi chiave, il circolo può diventare virtuoso: più movimento → sonno leggermente migliore → decisioni alimentari più sensate → più energia per il movimento successivo. Non serve un ribaltone totale: bastano alcuni aggiustamenti ripetuti.

2. Il tempo non si trova, si crea

Quando diciamo “quando avrò più tempo mi organizzerò meglio”, spesso stiamo aspettando una condizione che non arriverà mai.

Tra lavoro, famiglia, imprevisti, traffico, messaggi e piattaforme, il tempo libero “magico” tende a riempirsi da solo: se non gli dai una forma, lo prende qualcun altro (o il tuo feed preferito).

Per questo, qui parliamo di tempo che si crea:

  • tagliando frizioni inutili: meno passi tra te e l’azione, più è probabile che l’azione accada;

  • decidendo in anticipo quali spazi proteggere per cibo, movimento e recupero;

  • accettando che non potrai fare tutto, ma puoi fare molto meglio delle tue abitudini attuali.

Creare tempo non significa incasellare tutto con un incastro perfetto tipo puzzle. Significa:

  • lasciar cadere pezzi che non ti servono più;

  • dare forma diversa ad alcune abitudini (esempio: 15 minuti di telefonata mentre cammini invece che sul divano);

  • trasformare attività inevitabili (spostamenti, attese, pause) in momenti in cui puoi inserire micro‑azioni utili.

Il tempo non appare dal nulla: si recupera da ciò che oggi ti consuma senza darti quasi nulla in cambio.

3. Riduci, osserva, concentrati

Una delle cornici più utili arriva da un principio semplice: riduci, osserva, concentrati.

Riduci

Taglia consapevolmente:

  • impegni “di inerzia” che non sai più neanche perché porti avanti;

  • attività di riempimento (scroll infinito, email compulsive, riunioni senza scopo);

  • micro‑decisioni inutili (cosa mangio oggi? cosa alleno stasera?) che potresti semplificare con poche scelte ricorrenti.

Ridurre non vuol dire diventare monastico. Vuol dire togliere abbastanza rumore da permetterti di vedere cosa conta davvero per te ora.

Osserva

Per una o due settimane, osserva senza giudizio:

  • quali attività ti lasciano una sensazione di “giornata ben spesa”;

  • quali ti prosciugano senza darti nulla in cambio;

  • in quali momenti riesci più facilmente a muoverti o cucinare qualcosa di sensato.

Puoi aiutarti con una domanda a fine giornata: “Oggi ho fatto almeno una cosa che conta davvero per la mia salute o per un obiettivo importante?”.

Se per giorni la risposta è “no”, non è una condanna. È un dato. E avere dati, anche semplici, è sempre meglio che muoversi nel vago.

Concentrati

Dopo aver ridotto e osservato, scegli:

  • 2–3 attività che vuoi proteggere (esempio: piatto vero a pranzo, camminata o micro‑allenamento, ora di sonno in più rispetto ad oggi);

  • 2–3 cose che puoi lasciare andare o ridurre drasticamente.

Il tempo che liberi non va riempito a caso: va concentrato su poche azioni che ti avvicinano alla persona che stai cercando di diventare.

Se tutto è importante, niente è davvero importante. Concentrarti ti obbliga a decidere: “Se posso salvare solo tre cose nelle mie giornate, quali scelgo?”. Spesso solo formulare la domanda cambia modo di usare il tempo.

4. Devi, è utile o vuoi? (E le domande “Importa?” e “Entro quando?”)

Non tutti gli impegni hanno lo stesso peso. Il problema è che, se non fai distinzione, finisce tutto nello stesso calderone mentale di “cose da fare” e ti ritrovi senza energie per le scelte che contano.

Puoi usare una triade semplice:

  • Devi: se non lo fai, le conseguenze sono concrete e rilevanti (salute, lavoro, obblighi legali, sicurezza).

  • È utile: ti porta vantaggi reali, ma non è strettamente obbligatorio.

  • Vuoi: non è né dovere né necessità, ma qualcosa che ti dà senso o piacere.

Quando guardi la tua agenda:

  • se tutto è nella colonna “devo”, stai probabilmente caricando attività che potrebbero stare in “è utile” o “voglio”;

  • se quasi niente rientra in “voglio”, è facile che, a un certo punto, tu cerchi compenso con comportamenti che ti allontanano dai tuoi obiettivi (esagerare con cibo, alcol, schermi).

In più, puoi farti due domande filtro per ogni nuovo impegno:

  • “Importa davvero?”

  • “Entro quando?”

Se la risposta è vaga (“boh, dovrei farlo prima o poi”) o non sai spiegare perché la cosa conti più del tuo sonno o del tuo allenamento di base, forse non merita lo spazio che stai per darle.

Un esercizio pratico: prendi un foglio e scrivi tre colonne “Devo / È utile / Voglio”. Riporta alcuni impegni tipici della tua settimana. Spesso già solo vederli nero su bianco ti aiuta a ridistribuire e a capire dove stai sacrificando tutto ciò che rientra in “voglio” (tra cui rientrano anche allenarti e mangiare meglio).

5. Micro‑azioni > piani perfetti

Un errore classico è pensare che, se non puoi fare 60 minuti di allenamento e una preparazione pasti modello, non valga la pena fare niente.

Il corpo però non è interessato alla perfezione del piano: risponde alla regolarità più che al singolo picco eroico.

  • 10–20 minuti di movimento intenzionale al giorno battono il “quando avrò un’ora libera andrò in palestra”.

  • Un piatto vero in più (rispetto a snack casuali) cambia nel tempo la qualità dell’alimentazione.

  • Una mezz’ora di sonno in più ogni notte pesa più di una maratona di recupero nel weekend.

La versione minima fatta spesso è il tuo vero programma di allenamento e alimentazione. Il resto è teoria.

Per questo, noi parliamo spesso di “linea di base”: il livello sotto il quale non scendi, anche quando la settimana è un caos. Può essere:

  • un numero minimo di passi;

  • un numero minimo di piatti veri;

  • un orario limite sotto cui non vai a letto.

La tua linea di base è negoziabile con la realtà, ma è un riferimento che ti impedisce di ripartire ogni volta da zero.

6. Gestione del tempo come igiene di salute (non religione di produttività)

Ci sono mille strumenti di time management, ma pochi parlano davvero di salute.

Usare agende, liste e app può essere utile se ti aiutano a:

  • proteggere slot per sonno, cibo e movimento;

  • ridurre frizioni (sapere quando fai la spesa, quando cucini, quando ti muovi);

  • coordinarti meglio con chi vive e lavora con te.

Diventa un problema quando:

  • passi più tempo a sistemare il sistema che a fare le cose;

  • ti senti in colpa se la giornata reale non coincide con il piano ideale;

  • il time management diventa un’altra identità da difendere.

Gestire il tempo è igiene di base, come lavarsi i denti: non serve farlo in modo spettacolare, serve farlo in modo sufficiente, efficace e costante per proteggere ciò che ti tiene in piedi.

Puoi trattare il tuo calendario come uno strumento di cura, non come un giudice:

  • se la settimana salta, non è la prova che “non sei capace”, è un promemoria che i margini erano troppo stretti;

  • se riesci a proteggere anche solo metà di ciò che avevi previsto su sonno, cibo, movimento, sei molto più avanti rispetto al punto di partenza.

Cosa dicono le evidenze

Ci sono alcuni punti che vale la pena tenere a mente:

  • Linee guida internazionali suggeriscono, per le persone adulte, almeno 150–300 minuti a settimana di attività fisica moderata, oppure 75–150 minuti di attività vigorosa, oppure una combinazione delle due. Questo volume può essere distribuito in più giorni e non richiede per forza sedute lunghe e strutturate.

  • Studi basati su accelerometri mostrano che il beneficio dipende molto dal volume totale di attività: accumulare minuti di movimento moderato‑vigoroso nell’arco della giornata, anche in blocchi brevi, si associa comunque a un rischio più basso di mortalità e malattie rispetto a una vita quasi completamente sedentaria.

  • Ricerche su forme di high‑intensity interval training e “exercise snacks” indicano che anche episodi brevi ma regolari di esercizio intenso possono migliorare diversi parametri di salute e fitness quando sono compatibili con la persona e ben programmati.

  • Interventi su gestione dello stress e del tempo (in particolare quelli che combinano consapevolezza, pianificazione e piccoli cambiamenti di comportamento) mostrano spesso miglioramenti in stress percepito, sonno e qualità della vita rispetto a gruppi controllo.

  • Alcuni studi su riduzione dell’uso dello smartphone suggeriscono che limitare il tempo di schermo in fasce chiave (per esempio prima di dormire) può avere impatto positivo su sonno, umore e percezione di energia.

Tradotto: non hai bisogno di blocchi perfetti da un’ora per trarre beneficio. Hai bisogno di una base di movimento sufficiente, distribuita nella settimana, e di giornate un po’ meno caotiche, in cui sonno, cibo e recupero abbiano un minimo di spazio garantito. Il resto è ottimizzazione, non sopravvivenza.

Protocolli: tempo che si crea in 4 step

Passiamo alla parte pratica. Puoi pensare a questo pezzo come a un kit di base per ricavare tempo ed energie, senza stravolgere tutta la tua vita.

L’idea è questa: prima togli attriti, poi prepari il terreno, poi disegni una settimana minima, infine impari a leggere i segnali per aggiustare il tiro.

Step 1 – Taglia le frizioni (30 minuti una tantum)

Prima ancora di capire dove infilare allenamenti o piatti migliori, guarda quanto è complicato fare le cose più semplici.

  • In cucina: hai un coltello che taglia davvero, un tagliere comodo, una padella decente a portata di mano? O ogni volta devi scavare tra mille oggetti?

  • Nel frigo e in dispensa: trovi subito una base per un piatto vero (proteine, carboidrati, verdure, grassi “di servizio”) o solo ingredienti sparsi che richiedono mezz’ora di organizzazione mentale?

  • Per muoverti: le scarpe sono in vista o in fondo all’armadio? Hai un tappetino o un angolo libero dove ti puoi muovere senza dover fare Tetris ogni volta?

  • Sul telefono: quante notifiche ti interrompono mentre provi a cucinare o muoverti?

Obiettivo di questo step: rendere il più lineare possibile fare la cosa giusta.

  • Svuota il piano cucina dagli oggetti che non usi quasi mai.

  • Metti a vista uno o due strumenti chiave (tagliere, coltello, padella).

  • Riordina frigo e dispensa in modo che proteine, carboidrati e verdure di base siano subito accessibili.

  • Sposta le app più “risucchia‑tempo” fuori dalla schermata principale; imposta almeno una fascia oraria al giorno con notifiche ridotte.

Puoi trattare questo step come un piccolo “cantiere” di un’ora: metti musica, ti dai un timer, lavori solo su cucina, frigo, angolo movimento e telefono. Una volta fatto, non dovrai ripeterlo ogni settimana: lo manterrai con micro‑ritocchi.

Step 2 – Prepara il tuo kit (cibo, movimento, recupero, spazio mentale)

Dopo aver tolto gli ostacoli più grossi, costruisci i tuoi kit minimi. Ti servono quattro pilastri: come mangi, come ti muovi, come recuperi, come ti ricarichi mentalmente.

Cibo e cucina – piatti veri che non ti complicano la vita

  • Scegli 2–3 proteine base sempre presenti (uova, legumi cotti, pollo o tacchino, pesce in scatola di buona qualità) che sai usare quasi a occhi chiusi.

  • Tieni 1–2 fonti di carboidrati “affidabili” (riso, pane, patate) e verdure che richiedono poca preparazione (insalate pronte, carote, finocchi, verdure surgelate).

  • Prepara “in anticipo senza esagerare”: una teglia di verdure, un cereale in più, un po’ di proteine cotte da usare in due pasti, così non riparti ogni volta da zero.

Movimento – corpo che si muove anche nei giorni pieni

  • Tieni pronte scarpe comode, tappetino o piccolo spazio libero, senza dover fare Tetris ogni volta che vuoi muoverti.

  • Prepara un mini-kit essenziale (manubri, elastici, anelli o barra da porta) se sai che ti aiuta a variare senza perdere tempo.

  • Scrivi o stampa una o due routine da 10–20 minuti, così non devi cercare ogni volta “l’allenamento perfetto” su internet.

Recupero e sonno – ricarica minima garantita

  • Sistema la zona in cui dormi perché sia davvero alleata del riposo: il meno possibile di luci forti e schermi, qualche gesto che segna l’inizio della serata (doccia, libro, tisana).

  • Scegli un orario limite sotto cui non vai a letto nei giorni “normali” e trattalo come un appuntamento con te stessa/o.

  • Prepara in anticipo ciò che puoi per la mattina (vestiti, borsa, appunti): togli decisioni a fine giornata, così arrivi al sonno con meno rumore mentale.

Spazio mentale e piacere – stacchi che ti rimettono in circolo

  • Ritaglia un angolo, anche minimo, dove puoi leggere, respirare, allungarti o semplicemente stare qualche minuto senza schermi.

  • Identifica 2–3 attività brevi che ti fanno stare meglio senza risucchiarti per ore (passeggiata, musica, stretching, diario veloce) e tienile “a portata di mano”.

  • Imposta almeno una fascia oraria al giorno con notifiche ridotte o telefono lontano: non per essere “più brava/o”, ma per dare alla testa lo spazio di cui ha bisogno per ricaricarsi.

L’idea di fondo è sempre la stessa: decisione una volta, esecuzione cento. Se ogni giorno devi reinventare cosa mangiare, come allenarti, quando staccare e come riposare, consumerai energie in decisioni invece che nelle azioni che ti fanno stare meglio.

Step 3 – Disegna la tua settimana minima

Ora che hai tolto alcune frizioni e preparato i kit, scegli la versione minima di settimana sostenibile.

Per esempio:

  • 3 slot di 10–20 minuti di movimento (camminata veloce, circuito a corpo libero, bici)

  • 2 momenti fissi di spesa/preparazione (esempio: sabato mattina e martedì sera)

  • 1–2 pasti ricorrenti “jolly” che puoi ripetere quasi a memoria nei giorni più pieni.

Puoi adattare in base alla tua vita:

  • Giornate d’ufficio: pausa pranzo con 10–15 minuti di camminata e un piatto vero pronto o componibile.

  • Giorni in trasferta: colazione e cena come punti fermi (yogurt + frutta secca, piatto unico con proteine e verdure), con 10 minuti di mobilità o circuito base in camera.

  • Casa con figli piccoli: 2×5 minuti di movimento “a incastro” mentre giocano, più un piatto jolly semplice che regge per tutta la famiglia.

Se ti aiuta, puoi disegnare una mini “mappa della settimana” su un foglio: in riga i giorni, in colonna cibo/movimento/recupero/spazi, e inserire solo la versione minima. Questa mappa non serve a riempire tutto, serve a ricordarti dove hai deciso di proteggere spazio per te.

Non importa che la settimana minima sia “perfetta”: importa che sia realistica per la tua situazione attuale e che tu la possa ripetere anche quando le cose si complicano.

Step 4 – Scegli 3 metriche che ti guidano (non ti giudicano)

Per capire se il sistema sta funzionando, non hai bisogno di dieci grafici. Ti bastano tre indicatori semplici:

  • ore di sonno per notte (anche solo per fasce: meno di 6, 6–7, più di 7);

  • numero di “piatti veri” al giorno;

  • minuti di movimento intenzionale (camminata, circuito, allenamento strutturato).

Puoi segnare su un foglio appeso al frigo, sul calendario o su un quaderno:

  • un simbolo per ogni piatto vero;

  • una barra o un numero per i minuti di movimento;

  • una nota sintetica sul sonno.

L’obiettivo non è fare statistiche complesse, ma vedere nero su bianco se le tue giornate stanno cambiando.

Se vuoi un livello in più, puoi aggiungere una quarta metrica opzionale, collegata alla tua situazione (per esempio: tempo su schermo in fascia serale, numero di bibite zuccherate, numero di serate con alcol). Ma solo se senti che ti aiuta, non se ti schiaccia.

Kit anti‑frizione (casa & fuori)

Qui trovi esempi concreti che puoi adattare alla tua realtà.

In cucina

  • Tieni sul piano solo ciò che usi ogni giorno: tagliere, coltello, padella, spezie base.

  • Scegli 2–3 combinazioni “ad occhi chiusi” che puoi preparare in 10–15 minuti:

    • uova + pane + verdure (strapazzate o al tegamino con finocchi, zucchine, insalata);

    • riso + pollo o legumi + olio e spezie;

    • patate + pesce in scatola di qualità + insalata;

    • yogurt greco + frutta + frutta secca;

    • frittata al forno a teglia (ti vale per 2–3 pasti);

    • zuppa surgelata arricchita con legumi cotti.

  • Prepara “in anticipo senza esagerare”: una teglia di verdure, un cereale in più, un po’ di proteine cotte da usare in due pasti.

Fuori casa

  • Tieni in borsa o nello zaino una “merenda di emergenza” decente (frutta secca, frutta fresca, yogurt da bere con poco zucchero) per evitare di arrivare a casa in iper‑fame.

  • Quando puoi scegliere, punta su pasti semplici ma completi: pane + proteine + verdure, invece di snack casuali.

  • Se usi i mezzi, scendi una fermata prima o muoviti a piedi per una parte del tragitto.

  • Se lavori al computer, imposta un promemoria ogni 60–90 minuti per alzarti e fare due minuti di movimento.

Guardrail digitali rapidi

  • Modalità aereo o focus per 25 minuti quando lavori; 5 minuti di check tra un blocco e l’altro.

  • Niente schermi a letto: caricatore in un’altra stanza, sveglia analogica se necessario.

  • Una fascia oraria al giorno (anche solo 30 minuti) senza telefono in mano.

Questi non sono obblighi morali: sono binari che ti aiutano a non deragliare quando sei stanca/o. Il senso non è “meritarti” il riposo staccando dallo schermo, ma creare abbastanza spazio mentale da poter scegliere cosa ti farebbe davvero bene.

Micro‑allenamenti che entrano sempre (10–20 minuti)

Non servono attrezzi particolari, ma coerenza. L’idea è avere una base, una versione intermedia e una progressione, più un’opzione con mini‑kit.

Base 10 minuti

5 giri lenti di:

  • 6 squat;

  • 4 push‑up su tavolo o rialzo;

  • 20 secondi di plank;

  • 20 secondi di camminata veloce sul posto.

Intermedio 15 minuti

6 giri di:

  • 8 squat;

  • 6 push‑up;

  • 8 affondi in totale;

  • 20 secondi di plank;

  • 20 secondi di “corda immaginaria”.

Progressione 20 minuti

8 giri di:

  • 10 squat;

  • 8 push‑up;

  • 10 affondi;

  • 30 secondi di plank;

  • 30 secondi di corsetta sul posto.

Minimal kit (porta/anelli/elastici)

6 minuti EMOM (ogni minuto):

  • 3 trazioni assistite o rematore con elastico;

  • 5 piegamenti su rialzo;

  • 8 squat a parete.

2 minuti di pausa, poi ripeti il blocco.

Scegli il livello da cui partire in base al tuo stato attuale, non al tuo “io ideale”. Meglio un livello facile ripetuto molte volte che una versione troppo ambiziosa fatta per una settimana e poi abbandonata.

Se alcune di queste proposte ti sembrano troppo, puoi cambiare i numeri, dimezzare le serie, togliere esercizi. La priorità non è seguire alla lettera un protocollo, ma costruire un’abitudine di movimento che senti tua e sostenibile.

Un trucco semplice: metti le scarpe da allenamento vicino alla porta o alla scrivania. Vederle ti ricorda l’impegno che hai preso con te stessa/o. Un altro trucco: lega i micro‑allenamenti a qualcosa che fai comunque (per esempio, ogni volta che metti a bollire l’acqua per la pasta fai un mini‑circuito).

Errori comuni (e come evitarli)

“Se non posso fare tutto, non faccio niente.”
Questo è il modo più veloce per restare ferma/o. Trasforma il pensiero in: “Se non posso fare tutto, faccio la versione minima”. Anche 10 minuti di camminata o un piatto vero al posto di snack casuali cambiano la giornata.

“Parto lunedì con piano perfetto.”
Se ogni lunedì è l’inizio di un nuovo mega‑programma, qualcosa non torna. Parti da oggi con una sola abitudine minima (esempio: un piatto vero al giorno o 10 minuti di movimento), poi aggiungi.

“Faccio la spesa quando capita.”
Senza una base in dispensa, è difficile uscire dal caos. Pianifica almeno uno slot fisso di spesa e, se puoi, un mini momento di preparazione (cuocere riso o patate, lavare verdure, cuocere un po’ di proteine in più).

“Tolgo carboidrati per avere più energia.”
Il più delle volte, il risultato è l’opposto: crolli a metà giornata e cerchi compenso in zuccheri veloci. Meglio puntare su piatti veri completi, con fonti di carboidrati che reggi bene.

“Se non mi alleno pesante non serve.”
Per la salute generale e per tenerti in movimento, il corpo risponde benissimo anche a carichi moderati e a circuiti semplici. Quando la base è solida, potrai alzare il livello.

“Prima sistemo tutta la vita, poi penso a cibo e movimento.”
Questa è una trappola perfetta: la vita non sarà mai “tutta a posto”. Ha più senso iniziare a mettere in ordine proprio da cibo, sonno e movimento, perché sono le leve che ti danno energia per affrontare il resto.

Segnali & stop

Mettere in pratica questi protocolli non significa spingere sempre. Significa regolare la manopola in base a ciò che il corpo e la vita ti stanno restituendo.

Segnali che stai andando nella direzione giusta

  • c’è almeno un piatto vero in più rispetto a qualche settimana fa;

  • riesci a infilare movimento anche nei giorni “normali”, non solo in quelli perfetti;

  • la sensazione di giornata completamente subita diminuisce;

  • il pensiero “non ho tempo” compare meno spesso o dura meno;

  • quando salta qualcosa, riesci a rientrare in carreggiata senza aspettare “il lunedì giusto”.

Segnali che stai andando fuori rotta

  • passi da un piano all’altro senza mai dare a nessuno il tempo di funzionare;

  • ti senti continuamente in rincorsa, con sonno sempre troppo corto e fame nervosa frequente;

  • aumentano irritabilità e rimuginio su ciò che “avresti dovuto fare”;

  • più cerchi di controllare tutto, più il sistema ti sfugge di mano.

In questi casi, può essere utile tornare alla settimana minima: taglia extra e torna a una base sostenibile per qualche giorno. Puoi anche prenderti 10 minuti per chiederti: “Se dovessi scegliere solo tre cose da salvare nella mia settimana, quali manterrei?”. Il resto, per un po’, può aspettare.

Quando fermarti e chiedere aiuto

Se nonostante i tentativi di aggiustamento noti:

  • calo marcato dell’umore per settimane;

  • difficoltà a dormire o a mangiare che non riesci più a gestire;

  • sintomi fisici che ti preoccupano,

è importante parlarne con un medico, uno psicologo o altri professionisti qualificati. Lavorare su tempo ed energia è fondamentale, ma non sostituisce percorsi di cura quando servono.

A volte il primo passo di gestione del tempo è proprio questo: riconoscere che non puoi fare tutto da sola/o e che chiedere aiuto è un uso intelligente del tuo tempo, non una sconfitta.

Guardrail digitali (rapidi)

Lo smartphone può essere un alleato o un buco nero di tempo. Non c’è bisogno di demonizzarlo, ma di impostare binari minimi.

  • Stabilisci 1–2 momenti al giorno in cui il telefono resta lontano (per esempio mentre mangi e nell’ultima mezz’ora prima di dormire).

  • Usa le modalità non disturbare o focus per proteggere i tuoi slot di lavoro, movimento e preparazione pasti.

  • Scollega il caricatore dalla zona letto: questo da solo cambia spesso la quantità di scroll serale.

  • Sperimenta per qualche giorno un limite orario massimo per i social e osserva come ti senti.

Pochi cambiamenti, mantenuti, creano spazio mentale che puoi usare per ciò che ti fa stare meglio, non solo per ciò che ti distrae. Anche qui, non serve perfezione: serve consapevolezza su quanta parte della tua giornata stai regalando allo schermo.

FAQ su Tempo & aderenza

Davvero bastano 10–20 minuti?
Sì, se sono consistenti e con un minimo di progressione. Il corpo risponde soprattutto allo stimolo ripetuto: se adesso ti muovi pochissimo, passare da 0 a 70–140 minuti a settimana di movimento intenzionale è già un cambio enorme.

Meglio svegliarmi prima per allenarmi?
Dipende da come ti lascia nel resto della giornata. Se allenarti al mattino ti regala energia e lucidità, ottimo. Se ti ritrovi distrutta/o alle 16, valuta slot a pranzo o nel tardo pomeriggio e riduci la durata.

Ha senso il batch cooking se odio cucinare?
Può avere senso in versione minima: cuocere riso o patate per più pasti, preparare una teglia di verdure o una frittata che ti dura due giorni. L’idea non è trasformarti in food blogger, ma ridurre le volte in cui apri il frigo e non sai da dove partire.

Devo contare calorie o passi?
Non per iniziare. Prima ha senso contare piatti veri e minuti di movimento. Se in futuro vorrai monitorare calorie o passi, fallo per cicli brevi e con uno scopo preciso, non come ansiolitico digitale.

Come faccio con turni oppure figli piccoli?
Qui contano ancora di più il concetto di settimana minima e i jolly. Non puoi costruire una routine rigida, ma puoi creare alcuni punti fermi: un piatto jolly per pranzo o cena, 2×5–10 minuti di movimento “a incastro” nei momenti in cui sai che c’è un minimo di margine.

Le app di produttività mi servono?
Solo se semplificano. Una lista chiara sul frigo con 3 metriche e la tua settimana minima vale più di cinque app che ti mandano notifiche in continuazione.

E se per un periodo “salto tutto”?
Succede. L’importante è non trasformare uno scarto di qualche settimana in una nuova identità (“sono sempre incasinata/o, non ce la farò mai”). Quando te ne accorgi, torna alla versione minima: un piatto vero al giorno, 10 minuti di movimento, un orario di sonno più protetto. Ripartire piccolo è sempre meglio che aspettare il momento perfetto.

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Riccardo Battistin

Guida FEEL · Focus & Energia
Collega nutrizione e mente: piatti intelligenti, ritmo che libera la testa, strumenti utili oggi.

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Dimagrire senza carboidrati: cosa funziona davvero (e cosa no)

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Gonfiore addominale: capirlo e ridurlo (stomaco o intestino)