Analisi del sangue prima di tutto? Solo se siamo coerenti

Hai presente quando una persona ti dice: "Sì, vorrei migliorare la mia alimentazione, ma prima voglio fare tutte le analisi del sangue… così vediamo bene cosa mi manca, cosa posso mangiare, e cosa no."

Sulla carta, sembra un approccio saggio. Ma prima di saltare alle conclusioni bisogna capire il contesto. Se fino al giorno prima, quell'alimentazione era a base di panini al volo, snack del distributore, biscotti da colazione anche a cena è assurdo pensare che bisogna sapere esattamente quanto è il livello di vitamina D prima di iniziare a modificare la dieta.

L'importanza delle analisi, ma…

Intendiamoci: le analisi sono importanti. Possono segnalare carenze, alterazioni, disfunzioni. Sono uno strumento utile. Ma sono un supporto, non un punto di partenza assoluto.

Perché se fino a ieri il tuo stile di vita era completamente sregolato, ha davvero senso congelare ogni cambiamento in attesa del foglio del laboratorio?

È un po’ come se da anni mangiassi male — colazioni a base di brioscine confezionate, pranzi al volo con panini imbottiti, cene davanti alla TV a base di surgelati e patatine — e poi, all’improvviso, ti venisse in mente che devi fare tutte le analisi del mondo per capire perché ti senti stanco, gonfio e con l’intestino in subbuglio.

Davvero ti serve un foglio con asterischi vicino a “glicemia”, “colesterolo” e “transaminasi” per capire che il problema è quello che metti nel piatto ogni giorno?

Non ti servono conferme in laboratorio per iniziare a migliorare la tua dieta. Non è una critica e nemmeno un modo per minimizzare l’importanza delle analisi. Vedila come una liberazione: in ogni momento puoi sempre cominciare subito a fare qualcosa, senza aspettare esami e referti.

Poi, certo, se sarà il caso, farai anche gli accertamenti. Ma non sono la condizione per partire. Lo capisci già a pelle quando il tuo corpo ti sta mandando segnali che qualcosa non funziona. Basta ascoltarlo.

Il paradosso della paura

C'è un paradosso curioso: si passa una vita a ignorare il corpo, a nutrirlo male, a ignorarne i segnali… e quando finalmente si decide di prendersene cura, ci si blocca dalla paura di “fare un cambiamento sbagliato”.

Un'insalata mista non ti spaccherà l'intestino solo perché non sai se sei sensibile a qualche FODMAP. Una passeggiata non ti romperà le ginocchia anche se non hai fatto la visita dal podologo e preso le scarpe da runner da svariate centinaia di euro. Non serve la tac al torace per iniziare a fare qualche esercizio di respirazione.

Dormire meglio, bere più acqua, mangiare più proteine e verdure sono tutte cose “senza controindicazioni” che puoi fare senza alcuna analisi pregressa.

Quando servono davvero le analisi?

Le analisi servono se:

  • hai sintomi specifici da indagare

  • hai una patologia accertata o sospetta

  • sei in terapia farmacologica

  • devi fare un lavoro di precisione (ad es. in ambito sportivo, clinico, o per uso di integrazione mirata)

  • hai già fatto modifiche sostanziali e vuoi verificarne gli effetti

Altrimenti, rischiano di essere un ostacolo piuttosto che un aiuto.

Paralisi da analisi

Se mangi male o hai uno stile sregolato da anni e hai deciso di darti una regolata per tornare in forma, non aspettare il foglio delle analisi per iniziare ad apportare piccole modifiche al tuo stile di vita e alla tua alimentazione.

Non servono “le analisi” per cominciare. Serve cominciare. Certamente una modifica “in meglio” non può farti male rispetto a quanto facevi.

Le analisi verranno successivamente e saranno comunque utili. Ma prima serve smettere di usare l'idea di “dover sapere tutto prima” come scusa per non fare niente ora.

Il corpo ti parla anche senza che ti abbia lasciato un referto in mano, ti sta già dicendo cosa non va. Ascoltalo. E inizia a cambiare. Anche senza esami del sangue.

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Riccardo Battistin

Appassionato ed esperto di qualsiasi tecnica utile a migliorare corpo e mente, con un approccio pratico e non complicato.

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