Gelato e dimagrimento: come godertelo senza sabotare i risultati
Per molte persone il gelato è un simbolo di Estate, socialità, passeggiate serali. Allo stesso tempo, è uno dei cibi che più spesso viene messo sul banco degli imputati: “Se voglio dimagrire, il gelato devo toglierlo del tutto”.
In questa guida non ti dirò che il gelato è “fit” per definizione, ma nemmeno che sia il nemico. L’obiettivo è aiutarti a capire come usarlo dentro una struttura che tiene, senza vivere ogni conetto come un fallimento o una trasgressione da punire il giorno dopo.
Per la cornice più ampia su fame vera, fame emotiva e sensi di colpa trovi la guida dedicata proprio a questo tema. Qui restiamo su una domanda concreta: posso mangiare il gelato e dimagrire lo stesso? E, se sì, come?
Per chi è
Per te che associ il gelato a momenti di libertà, ma hai paura che “rovini” la dieta.
Per te che in Estate ti senti costretta/o a scegliere fra forma fisica e gelato con amici o famiglia.
Per te che hai provato sia la strada “mai gelato” sia quella “gelato quando capita”, con risultati frustranti in entrambi i casi.
Per chi non è
Per chi ha una storia di Disturbo del Comportamento Alimentare (diagnosticato o sospetto): qui servono indicazioni personalizzate da parte di Medico, Nutrizionista e Psicologo/a.
Per chi è in un percorso clinico specifico (es. obesità severa, condizioni metaboliche complesse) in cui il team che ti segue ha definito limiti chiari.
Per chi cerca una regoletta magica tipo “X gelati a settimana e dimagrisci per forza”: qui lavoriamo su princìpi e contesto.
In breve
Non è il singolo gelato che decide il tuo percorso, ma la combinazione fra frequenza, quantità e contesto di vita.
Un gelato programmato dentro una settimana ragionevole è molto diverso da un gelato usato ogni sera come valvola di sfogo.
Più demonizzi il gelato, più rischi di usarlo in modo impulsivo e di sentire colpa e bisogno di “recuperare”.
Pensare in termini di settimana (e stagione) ti aiuta più che fissarti sulla singola uscita in gelateria.
Princìpi: gelato, risultati e realtà
1. Non è il singolo conetto, è il pattern
Un gelato piccolo o medio, mangiato 1–3 volte a settimana, dentro una struttura di pasti sensata, movimento regolare, sonno decente e gestione dello stress, ha un impatto limitato sul peso nel medio periodo.
Il problema nasce quando il gelato diventa:
un’aggiunta quotidiana sopra pasti già molto ricchi;
una valvola di sfogo emotivo (“oggi giornata pessima, mi attacco al gelato”);
un rituale associato a colpa e compensazioni (“oggi ormai ho esagerato, da domani digiuno”).
Il corpo risponde alla somma dei comportamenti nel tempo, non al singolo gesto.
2. Sostituire è diverso da aggiungere
Un gelato che sostituisce una parte del pasto (es. una cena estiva più leggera + gelato) si colloca in modo molto diverso rispetto a un gelato che si somma a:
antipasti + primo + secondo + dolce + alcol;
giornate sedentarie, con pochissimo movimento;
scarso sonno e livelli di stress cronicamente alti.
Non significa che “basta sostituire e tutto va bene”, ma che conta il quadro complessivo: quanto spesso accade, come sono fatti gli altri pasti, quanto ti muovi, che sonno fai.
3. Gelato come piacere programmato vs valvola di sfogo
Dal punto di vista psicologico non è la stessa cosa:
decidere in anticipo che in una data serata ti concederai un gelato, pianificando il resto della giornata di conseguenza;
finire in gelateria ogni volta che la giornata è andata male, senza alcuna consapevolezza.
Nel primo caso il gelato è un piacere inserito in una struttura. Nel secondo diventa un regolatore emotivo principale: rischia di essere associato a colpa, tentativi di compenso estremi e maggiore probabilità di perdere il controllo.
4. Estate e vacanze non sono un buco nero
In Estate è normale che il gelato compaia più spesso: mare, passeggiate serali, occasioni sociali.
Pensare “tanto d’Estate è impossibile controllarsi, recupero a Settembre” crea un buco nero che rende tutto più difficile. È più utile ragionare così:
Settimane con più gelati → magari abbassi leggermente altri “extra” e ti muovi un po’ di più.
Settimane più tranquille → gelato come piccolo highlight, senza senso di privazione.
Non è il singolo agosto a cambiare la tua vita, ma il modo in cui impari a gestire le stagioni senza passare da “rigidità totale” a “tutto vale”.
Gelato nel mondo reale: cosa puoi fare
1. Decidi un range, non una regola rigida
Invece di “mai gelato” o “gelato ogni volta che capita”, può aiutare pensare in termini di range settimanale:
es. 1–3 gelati a settimana nelle fasi in cui vuoi perdere peso;
frequenze un po’ più alte nelle fasi di mantenimento, se il resto del quadro regge.
Il range ti permette di adattarti al calendario sociale (uscite, weekend, vacanze) senza sentirti perennemente in fallo o in astinenza.
2. Scegli formati che ti danno soddisfazione reale
Se un cono piccolo ti lascia solo frustrata/o e finisci per prendere sempre il bis, forse è più sensato:
scegliere un formato che ti soddisfi davvero;
mangiarlo con calma, senza scrollare lo smartphone;
considerarlo il vero protagonista del momento, non “un’aggiunta a caso”.
All’opposto, se noti che con alcune combinazioni (es. vaschette grandi a casa) perdi spesso il controllo, puoi:
preferire porzioni singole;
comprare gelato solo per le serate in cui lo userai davvero, non tenerlo sempre pronto come “piano B emotivo”.
3. Inseriscilo con criterio nella giornata
Qualche esempio pratico:
Serata gelato in passeggiata → pranzo e cena bilanciati, senza raddoppiare dolci o alcol;
Giornata di mare → gelato al pomeriggio come parte dello spuntino, non in aggiunta a decine di altre cose non programmate;
Settimane con molte uscite → magari riduci altri extra meno importanti per te, invece di cercare di “stare a zero” e poi esplodere.
L’obiettivo non è fare conti perfetti, ma dare coerenza alle tue scelte.
4. Se esageri, lavora sul dopo, non sulla punizione
Se una sera ti ritrovi a mangiare molto più di quanto avevi in mente (gelato + altro), ciò che fa la differenza è il giorno dopo:
tornare a una struttura di pasti normale;
evitare digiuni estremi come forma di “penitenza”;
osservare se ci sono state giornate di forte rigidità prima (“tutta la settimana perfetta”) che hanno tirato la corda.
Il ciclo restrizione eccessiva → sfogo → senso di colpa → nuova restrizione è uno dei motivi per cui il gelato sembra “il problema”, quando in realtà è un sintomo di un equilibrio che non regge.
Segnali da osservare
Segnali che stai gestendo bene il gelato
Riesci a mangiarlo senza sentirti obbligata/o a “bruciarlo” subito dopo.
La frequenza settimanale resta relativamente stabile e compatibile con i tuoi obiettivi.
Non senti il bisogno di aumentare progressivamente quantità e numero di uscite.
Nel complesso ti senti meno in lotta col cibo e più serena/o rispetto all’idea di “permetterti qualcosa”.
Segnali che il gelato ti sta incastrando
Ti ritrovi a mangiarlo quasi ogni giorno “perché ormai è andata”.
È quasi sempre associato a giornate molto stressanti o a emozioni difficili.
Dopo il gelato compaiono regolarmente colpa, vergogna e pensieri di compenso drastico.
Il tuo peso o altri marker di salute si muovono in una direzione che ti preoccupa e senti di non avere più margine di scelta.
In questi casi il punto non è “togliere il gelato per sempre”, ma rivedere la struttura (ritmi, sonno, stress, rigidità alimentari) e, se serve, farti aiutare da un/una Professionista.
FAQ Gelato e dimagrimento
Posso mangiare il gelato tutti i giorni e dimagrire comunque?
In teoria potresti costruire una dieta che includa gelato tutti i giorni e resti comunque in un asset globale compatibile con il dimagrimento. Nella pratica, però, per la maggior parte delle persone questo significa togliere talmente tanto spazio ad altri cibi da rendere la dieta poco sostenibile. Più spesso funziona meglio considerare il gelato come un piacere ricorrente ma non quotidiano, inserito in modo sensato nella settimana.
Meglio il gelato da solo o dopo un pasto?
Dipende da come risponde il tuo corpo e da come vivi quel momento. Per alcune persone un piccolo gelato come parte della passeggiata dopo cena funziona bene; per altre è più gestibile inserirlo come spuntino pomeridiano, quando c’è più margine per muoversi. Qui contano molto i tuoi segnali: energia, sonno, fame serale, digestione.
I gelati “fit” o proteici sono la soluzione?
Possono essere uno strumento in più, ma non sono una bacchetta magica. Se una versione più proteica o leggermente più leggera ti piace davvero e ti aiuta a gestire meglio la voglia di dolce, può avere senso usarla. Se invece ti lascia insoddisfatta/o e ti porta a cercare altro subito dopo, non è un grande affare, anche se l’etichetta è più “pulita”.
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Van Strien T. Causes of emotional eating and matched treatment of obesity. Curr Diab Rep. 2018.
Sainsbury K, et al. The relationship between flexible and rigid dieting strategies and weight loss maintenance. Appetite. 2015.
Evers C, et al. Feeding your feelings: emotion regulation strategies and emotional eating. Pers Soc Psychol Bull. 2010.
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