“Cosa vogliono le persone?” (e perché ti riguarda più del fitness)

Questa è una lettera di fine anno.

È stata scritta come “Happy 2023”, ma l’idea non dipende dalla data. Perché la domanda resta sempre la stessa, anche quando cambiano gli eventi.

Cosa vogliono le persone?

La risposta breve è: vogliono sentirsi al sicuro, viste, capaci. Vogliono appartenenza senza dover recitare. Vogliono migliorare senza essere schiacciate da un sistema che chiede troppo.

E sì: questa domanda ti riguarda anche se qui parliamo di allenamento e cibo. Perché molte scelte “di fitness” sono solo il modo in cui provi a ottenere quelle cose.

Non vogliamo cose: vogliamo stati

Quando dici “voglio dimagrire”, spesso stai dicendo:

  • voglio sentirmi meglio nel mio corpo;

  • voglio sentirmi capace (non in balìa);

  • voglio smettere di vergognarmi;

  • voglio riprendere controllo.

Quando dici “voglio essere costante”, spesso stai dicendo:

  • voglio una vita in cui non mi perdo ogni volta che cambia qualcosa;

  • voglio un sistema che mi sostenga anche quando sono stanco.

Quello che molte persone cercano nel fitness non è un fisico: è una realtà più vivibile.

Se vuoi un ingresso razionale e non “motivazionale” su questo, qui: Examine Oukside: Never Diet.

Le persone vogliono semplicità, ma non banalità

Il paradosso è questo: vogliamo strumenti semplici, ma la vita resta complessa.

E quando la complessità fa paura, succedono due cose:

  • qualcuno vende soluzioni “facili” (e spesso false);

  • qualcuno si colpevolizza perché non riesce a seguirle.

In mezzo, c’è il punto Oukside: accettare la complessità, ma trasformarla in mosse applicabili.

Se ti piace questa idea “da ingegnere” (ma umana), ti può essere utile anche: Complexity training e Evidence without fideism.

Le persone vogliono appartenenza senza vergogna

La vergogna è un acceleratore: ti fa muovere subito. Ma brucia tutto.

E nel fitness la vergogna è ovunque:

  • “Se fossi disciplinato, non mangeresti così.”

  • “Se ti volessi bene, ti alleneresti.”

  • “Se fossi serio, non avresti bisogno di flessibilità.”

La realtà è che la flessibilità è un requisito, non una debolezza.

Se ti serve una lente pratica per smettere di sentirti “sbagliato” quando mangi cose normali, qui: Food guilt e flessibilità. E se vuoi uscire dal loop “dieta/senso di colpa/ricaduta”, qui: No diet.

Cosa te ne fai tu (da domani)

Se vuoi usare questa lettera come una mossa, prova così per 7 giorni.

1) Scrivi cosa vuoi davvero. Non “dimagrire”. La versione sotto.

Esempi:

  • “Voglio sentirmi stabile.”

  • “Voglio sentirmi capace.”

  • “Voglio smettere di vivere in guerra con il cibo.”

  • “Voglio energia.”

2) Scegli una sola leva coerente.

  • energia → sonno + pasti base;

  • stabilità → routine minima replicabile;

  • capacità → una progressione semplice (non mille cambi);

  • pace col cibo → togli tribunale, tieni criterio.

3) Fai una scelta piccola, ma vera, ogni giorno.

Una, non dieci.

  • un pasto base “competente”;

  • 10–20 minuti di allenamento;

  • una passeggiata;

  • 30 minuti di sonno in più;

  • un confine detto bene.

Se vuoi un punto d’ingresso ordinato nel Metodo, qui:

Buon anno, Ouksider.

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