Stipsi, gonfiore e reflusso: guida pratica (senza allarmismi)
Se ti senti “sempre piena/o”, alterni giorni in cui non vai in bagno a giorni in cui sembra non fermarsi più, hai pancia tesa a fine giornata o bruciore che sale verso la gola, è facile pensare che ci sia “qualcosa di rotto” nell’intestino.
Online trovi di tutto: liste infinite di cibi “vietati”, test delle intolleranze che promettono di svelare ogni segreto, integratori per “ripulire l’intestino”, protocolli estremi per “curare il reflusso in 3 giorni”. Molto rumore, poca chiarezza.
Qui facciamo il contrario: mettiamo ordine. Partiamo dai segnali reali che il corpo ti manda, ti spieghiamo cosa dicono le evidenze su stipsi, gonfiore e reflusso, e ti diamo protocolli pratici per intervenire in modo graduale, con criteri chiari per capire quando basta aggiustare abitudini e quando invece è il caso di farsi vedere dal Medico.
Per chi è / Non è
Per chi è:
se ti riconosci in stipsi/stitichezza ricorrente, gonfiore addominale o bruciore retrosternale leggero/moderato che vanno e vengono;
se hai già fatto esami di base (emocromo, esami di routine) senza trovare patologie chiare, ma continui a sentirti “bloccata/o” o “gonfia/o”;
se vuoi capire cosa puoi fare in autonomia (alimentazione, movimento, routine, postura) prima di passare ai farmaci o mentre li stai usando sotto controllo medico;
se sei stufa/o di spiegazioni vaghe tipo “sei stressata/o” o “sei intollerante a tutto” senza un piano concreto.
Non è per chi:
ha sangue nelle feci, calo di peso non intenzionale, febbre, vomito persistente, difficoltà a deglutire o dolore forte al petto: in questi casi il riferimento è subito il Medico, non una guida online;
ha già una diagnosi di patologia importante (IBD, celiachia, tumore, malattie metaboliche/autoimmuni complesse): puoi usare questa guida come cornice, ma la regia resta al Medico o alla Nutrizionista che ti segue;
cerca la lista magica di cibi “permessi/vietati” valida per tutti, o l’ennesimo protocollo punitivo.
In breve: cosa conta per intestino, stipsi e gonfiore
La “regolarità” non è uguale per tutti: evacuare da 3 volte al giorno a 3 volte a settimana può essere normale, se feci e sensazioni sono ok.
La forma delle feci (scala di Bristol), lo sforzo richiesto e la sensazione di svuotamento contano più del solo numero di volte.
Fibre, acqua e movimento aiutano davvero, ma solo se dosati bene e se non arrivi al bagno contratta/o, in apnea, di corsa.
Il gonfiore non viene quasi mai “dal nulla”: di solito è una combinazione di cosa mangi, come mangi (ritmo, masticazione), come ti muovi e come dormi.
Le vere allergie alimentari sono poche ma serie; le intolleranze metaboliche (es. lattosio) esistono, ma non si diagnosticano con test fantasiosi fatti online.
Il reflusso non si risolve solo “alzando il cuscino”: servono abitudini diverse su orari, porzioni, alcol, fumo, farmaci, insieme alla valutazione del Medico quando i sintomi sono importanti.
Scala di Bristol (guida rapida)
Per parlare di stipsi serve una lingua comune. La scala di Bristol classifica la forma delle feci in 7 tipi:
frammenti duri, separati, “a palline”;
massa compatta, grumosa e molto dura;
forma di salsiccia con crepe in superficie;
forma di salsiccia o serpente liscia e morbida;
frammenti morbidi con bordi netti;
pezzi soffici, irregolari, più liquidi;
completamente liquidi.
In generale:
3–4 sono considerati l’obiettivo: feci formate ma morbide, evacuazione senza grande sforzo;
1–2 indicano tendenza alla stipsi/feci dure;
6–7 indicano feci troppo liquide.
L’ideale è usare questa scala per qualche settimana, annotando orario, tipo di feci e sintomi (gonfiore, crampi, bruciore) in un diario: ti aiuta a vedere pattern che a occhio sfuggono.
Princìpi
Qui mettiamo i princìpi di base per capire e gestire stipsi, gonfiore e reflusso senza cadere negli estremi.
Osserva prima, cambia dopo.
Prima di tagliare gruppi interi di alimenti o “ripulire l’intestino”, ha più senso osservare per 1–2 settimane cosa succede davvero: orari dei pasti, masticazione, frequenza e forma delle feci, momenti in cui compare il bruciore. Senza questa mappa rischi solo di aggiungere restrizioni su restrizioni.Un asse alla volta, non tutto insieme.
Quando vuoi migliorare l’intestino, è tentante cambiare tutto: dieta, integratori, farmaci, orari. È il modo migliore per non capire cosa funziona. Ha più senso procedere per assi: prima routine/postura e fibra base, poi eventuali integrazioni, poi eventuali farmaci da banco, sempre con finestre di prova definite.Fibre sì, ma intelligenti.
Non tutte le fibre sono uguali. Alcune (es. psillio) formano un gel che ammorbidisce le feci e aiuta l’evacuazione; altre, soprattutto se in eccesso o ricche di FODMAP, possono peggiorare il gonfiore. Il principio è: partire da dosi moderate, aumentare gradualmente, osservare la risposta del tuo intestino.Routine e postura valgono quanto la dieta.
Il riflesso intestino-cervello è fortemente legato alla routine: orari, tempo a disposizione, postura sul water. Arrivare sempre di corsa, col telefono in mano, con i piedi sospesi, spingendo in apnea, rende più difficile evacuare anche se mangi “perfetto”. Uno sgabello, qualche minuto in più e una respirazione decente fanno spesso più di un integratore costoso.Gonfiore: la differenza tra “pancia piena” e problema da indagare.
Un certo gonfiore serale è fisiologico, specie se hai mangiato fibre, frutta, legumi, bevuto bibite gassate. Diventa un problema quando è molto doloroso, associato a calo di peso, diarrea o stipsi severa, sangue nelle feci o ti sveglia di notte: in quel caso serve valutazione medica, non solo “meno legumi”.Stomaco e intestino sono collegati, ma non sono la stessa cosa.
Bruciore retrosternale, acidità in gola, tosse secca notturna e rigurgito acido puntano più in alto (stomaco/esofago). Crampi bassi, rumori intestinali, sensazione di aria intrappolata, feci alterate puntano più in basso (colon/intestino tenue). Capire dove si colloca il problema ti evita di fare diete inutili per un disturbo che non dipende da quel tratto.Allergie vere e intolleranze non sono la lista infinita di un test online.
Le allergie alimentari IgE-mediate sono relativamente rare ma potenzialmente serie; le intolleranze metaboliche (come quella al lattosio) esistono, ma si diagnosticano con test validati, non con pannelli di IgG “contro tutti i cibi” o con macchinette curiose. Molti disturbi etichettati come “intolleranze” sono in realtà sbilanciamenti di carico, stile di vita e aspettative.
Cosa dicono le evidenze
Qui facciamo un riassunto, in parole semplici, delle evidenze principali su stipsi, gonfiore e reflusso.
Fibre e psillio. Le linee guida su stipsi cronica concordano sul fatto che un aumento graduale di fibre, in particolare fibre solubili come lo psillio, migliora frequenza e consistenza delle feci in molte persone, soprattutto se associato a sufficiente apporto di liquidi.
Alimenti‑farmaco. Alcuni alimenti hanno mostrato un effetto concreto sulla motilità intestinale: kiwi (2 al giorno), prugne secche o succo di prugna e pane di segale hanno dimostrato in studi controllati di migliorare la stipsi funzionale in adulti, spesso con effetti paragonabili o superiori ad alcune fibre isolate.
Lassativi osmotici sicuri. Preparati a base di polietilenglicole (PEG) sono considerati di prima linea nelle linee guida per la stipsi cronica, con un buon profilo di sicurezza a medio termine. Anche alcuni sali di magnesio funzionano come osmotici, ma vanno usati con prudenza in caso di problemi renali o altre patologie.
Probiotici e prebiotici: utile ma non magico. Alcuni ceppi specifici di probiotici hanno mostrato benefici modesti ma reali su frequenza e consistenza delle feci; lo stesso vale per alcuni prebiotici (inulina, FOS, GOS). Non è però una questione di “più fermenti possibili”: contano dosi, ceppi e tempo di assunzione.
Postura sul water. Studi sull’uso dello sgabello sotto i piedi mostrano che una posizione più accovacciata riduce lo sforzo e il tempo necessario per evacuare, migliorando l’angolo del retto e facilitando il transito.
Gonfiore e FODMAP. Nelle persone con intestino irritabile o gonfiore ricorrente, una riduzione temporanea degli alimenti ricchi di FODMAP (alcuni cereali, legumi, alcune verdure, dolcificanti) può ridurre sintomi e gas. Le linee guida raccomandano però sempre una fase di reintroduzione graduale, per evitare di impoverire troppo la dieta.
Reflusso e stile di vita. Le linee guida su reflusso gastroesofageo sottolineano il ruolo di alcuni comportamenti: pasti molto abbondanti la sera, sdraiarsi poco dopo aver mangiato, fumo, alcol e alcuni farmaci possono peggiorare bruciore e rigurgito. Per molti casi lievi/moderati, aggiustare questi aspetti insieme a una terapia farmacologica mirata riduce i sintomi in modo importante.
Test IgG e “intolleranze a tutto”. Le principali società scientifiche invitano a non usare i test di IgG specifiche per cibi come strumento diagnostico per intolleranze: un titolo elevato spesso indica solo esposizione frequente, non una reazione patologica. L’uso non critico di questi test porta spesso a diete inutilmente restrittive, con più ansia che benefici.
Protocolli / Come applicarlo
Questa parte mette insieme l’esperienza pratica con le evidenze. Non è una terapia medica, ma una serie di step progressivi che puoi discutere anche con il tuo Medico o la tua Nutrizionista.
Step 0 — Capire se è più “alto” o “basso”
Prima di attivarti, prova a rispondere a queste domande per 7–10 giorni, magari tenendo un diario:
il sintomo principale è bruciore al petto/gola, acidità che sale, tosse secca notturna, rigurgito acido? (pista più “alta”, stomaco/esofago);
oppure è più pancia tesa, aria, rumori intestinali, feci dure o troppo molli, crampi bassi? (pista più “bassa”, intestino);
i sintomi compaiono più dopo pasti abbondanti, alcol, caffè, cioccolato o dopo esserti sdraiata/o? (reflusso probabile);
compaiono più dopo pasti molto voluminosi di verdure crude, legumi, cereali integrali, frutta, bibite gassate? (carico di fibre/FODMAP e/o ritmo dei pasti);
hai mai avuto esami come gastroscopia, colonscopia, breath test, test per celiachia? Cosa è emerso?
Questa mappa ti aiuta a capire da dove iniziare e cosa discutere con il Medico, se serve.
Step 1 — Routine, postura e tempo sul water (giorni 1–7)
Obiettivo: dare al tuo intestino segnali chiari e ripetuti.
Scegli uno o due momenti fissi al giorno (es. dopo colazione e dopo cena) in cui concederti 5–10 minuti in bagno senza fretta.
Usa uno sgabello (15–25 cm) sotto i piedi per avvicinarti alla posizione accovacciata; appoggia gli avambracci sulle cosce, spalle rilassate.
Respira in modo fluido: espira lungo, evita di trattenere il respiro e spingere come in una manovra di forza.
Se dopo 5–10 minuti non succede nulla, rimanda: insistere irrigidito e contrariato può diventare un “addestramento” al blocco.
Associa, quando puoi, una breve camminata (5–10 minuti) dopo i pasti principali: il movimento dolce stimola la motilità.
Step 2 — Fibre intelligenti e alimenti‑farmaco (giorni 1–14)
Qui lavoriamo su cosa metti nel piatto.
Mantieni una base regolare di verdure cotte morbide ai pasti principali e 1 porzione di frutta al giorno (preferibilmente sbucciata se hai molto gonfiore).
Introduci una fonte di fibra solubile come psillio, iniziando da 5 g al giorno per alcuni giorni, con un bicchiere d’acqua abbondante, e salendo gradualmente verso 10 g/die se il tuo intestino lo tollera.
Sperimenta 1–2 “alimenti‑farmaco” al giorno tra:
2 kiwi;
5–6 prugne secche reidratate o un bicchiere di succo di prugna;
pane di segale al posto del pane bianco in uno dei pasti.
Se il gonfiore peggiora molto con questi cambiamenti, riduci un po’ le fibre fermentabili (legumi, alcune verdure crude, grandi porzioni di cereali integrali) per 7–10 giorni, senza azzerarle del tutto, e poi reintroducile gradualmente.
Step 3 — Prebiotici e probiotici mirati (giorni 7–28)
Se con i primi step ottieni solo un miglioramento parziale, puoi valutare di aggiungere:
una piccola dose di prebiotici (es. inulina, FOS o GOS), iniziando da 3–5 g al giorno e aumentando progressivamente solo se il gonfiore resta gestibile;
un probiotico che abbia indicazioni precise su stipsi o IBS, da assumere per almeno 4–8 settimane prima di valutarne l’effetto.
Più che cercare il “probiotico perfetto”, conta la coerenza: prenderlo ogni giorno, sempre alla stessa ora, e valutare i cambiamenti su frequenza, forma delle feci e sintomi.
Step 4 — Lassativi osmotici e farmaci da banco (sempre con il Medico)
Se dopo 2–4 settimane di lavoro su routine, fibre e movimento la stipsi rimane importante (Bristol 1–2, evacuazioni molto rare, forte sforzo), le linee guida considerano appropriato usare lassativi osmotici come PEG, talvolta associati a sali di magnesio, sempre sotto supervisione medica.
Punti chiave:
non sono “farmaci che rendono pigro l’intestino” se usati correttamente: agiscono trattenendo acqua nel lume intestinale, ammorbidendo le feci;
vanno dosati secondo indicazioni del foglietto e del Medico, non “a sentimento”;
se non ottieni beneficio nonostante il corretto uso, non ha senso aumentare all’infinito: è un segnale che va indagato (possibile disturbo dell’evacuazione, altre cause).
Step 5 — Gestire gonfiore e FODMAP (14 giorni di “reset leggero”)
Se il problema principale è il gonfiore addominale (specie pomeridiano/serale) con feci tendenzialmente morbide o variabili, può avere senso provare per 2 settimane una riduzione mirata dei principali FODMAP, senza trasformarla in “dieta per sempre”.
Per 14 giorni puoi:
ridurre porzioni di cipolla, aglio, cavolfiori, broccoli, cavoletti, carciofi, legumi interi, grandi quantità di mele, pere, pesche;
preferire cereali raffinati di buona qualità (pane bianco di panificio, riso, patate) a grosse quantità di integrali;
limitare temporaneamente dolcificanti poliolici (sorbitolo, mannitolo, xilitolo) e bibite molto gassate;
mantenere però una base di fibre “gentili” (verdure cotte, un po’ di frutta) per non peggiorare stipsi.
Dopo i 14 giorni, reintroduci un gruppo per volta (es. legumi 2–3 volte a settimana in piccole porzioni, poi certe verdure, ecc.), osservando quali alimenti danno davvero fastidio e quali invece temevamo inutilmente.
Step 6 — Mini‑protocollo per reflusso (14 giorni)
Se il tuo problema principale è bruciore al petto, acidità in gola o rigurgito, puoi testare per due settimane un’igiene di base dello stomaco, sempre confrontandoti con il Medico se i sintomi sono importanti o durano da tempo.
Per 14 giorni:
riduci pasti molto voluminosi e grassi la sera; preferisci cene più leggere e termina di mangiare almeno 2–3 ore prima di sdraiarti;
limita alcol, caffè, cioccolato e menta nelle ore serali, specie se noti una chiara relazione con il bruciore;
evita di coricarti completamente piena/o; se puoi, solleva leggermente la testata del letto (non solo il cuscino) in caso di sintomi notturni;
osserva eventuali farmaci che assumi (es. alcuni anti‑infiammatori, calcio‑antagonisti, ecc.) e parlane con il Medico se sospetti che peggiorino il reflusso;
se stai assumendo o devi iniziare farmaci specifici (es. inibitori di pompa protonica), fallo sempre su indicazione del Medico, seguendo dosi e tempi previsti.
Se dopo queste due settimane i sintomi sono invariati, ricorrenti, o compaiono segnali di allarme (difficoltà a deglutire, dolore al petto, anemia, calo di peso), è un chiaro “segnale rosso”: serve inquadramento specialistico.
Segnali da osservare (e quando fermarti)
Qui un quadro tipo “semafori” per orientarti.
Verdi — puoi proseguire e consolidare
3–7 evacuazioni spontanee a settimana, con feci tipo 3–4, sforzo lieve e sensazione di svuotamento sufficiente;
gonfiore presente ma lieve, che migliora con il passare delle ore o dopo l’evacuazione, senza dolore importante;
bruciore occasionale (es. dopo un pasto molto ricco o alcol), che si risolve entro poche ore e non disturba il sonno;
nessun sangue nelle feci, nessun calo di peso non intenzionale, nessuna febbre.
Gialli — adatta qualcosa e osserva
tendenza a feci dure (Bristol 1–2) nonostante routine e fibre: valuta se stai bevendo a sufficienza, se hai aumentato fibre troppo in fretta, se sei molto sedentaria/o;
gonfiore che aumenta quando spingi troppo su certi alimenti (es. grandi quantità di legumi, verdure crude, bibite gassate): prova ad aggiustare quantità e combinazioni invece di bandirli per sempre;
bruciore che compare alcune volte a settimana ma è chiaramente legato a pasti e alcol: lavora sugli orari e sul volume dei pasti, e confrontati con il Medico se serve una terapia mirata;
uso di lassativi osmotici da più settimane: è il momento di fare il punto con il Medico per capire se continuare, scalare o cambiare strategia.
Rossi — stop fai‑da‑te e Medico
sangue rosso vivo nelle feci o sangue scuro (melena), calo di peso non voluto, stanchezza marcata, anemia;
dolore addominale forte, continuo o che ti sveglia di notte;
cambiamento brusco dell’alvo (stipsi importante o diarrea persistente) dopo i 50 anni;
vomito persistente, difficoltà a deglutire o sensazione che il cibo si fermi a metà strada;
familiarità per tumore colorettale o malattie infiammatorie intestinali;
nessuna risposta dopo 4–6 settimane nonostante tu abbia lavorato su routine, postura, fibre, movimento e, se indicato, farmaci da banco.
In questi casi, la priorità non è “trovare l’integratore giusto”, ma farsi valutare con calma da un Medico (Medico di base, Gastroenterologo, eventualmente altri Specialisti) che possa decidere quali esami servono davvero.
FAQ Intestino, stipsi e reflusso
Quante volte alla settimana è “normale” andare in bagno?
Quasi tutto ciò che sta tra 3 volte al giorno e 3 volte a settimana può essere normale, se feci e sensazioni sono ok. Più che inseguire un numero fisso, guarda forma delle feci, sforzo e benessere generale.
Se non bevo 2 litri d’acqua al giorno è colpa mia se sono stitica/o?
Bere troppo poco può peggiorare la stipsi, soprattutto se aumenti le fibre, ma non esiste una quota magica valida per tutti. Ha più senso assicurarti che l’urina sia in genere chiara/giallo paglierino e che accompagni fibre e psillio con un apporto di liquidi coerente.
Le fibre peggiorano il mio gonfiore: devo toglierle tutte?
Non serve azzerarle. Può essere utile cambiare tipo e dose: meno crudità e fibre “aggressive”, più verdure cotte morbide e fibre solubili come psillio, aumentando con calma. Nei casi difficili, una breve fase a scarso residuo seguita da reintroduzione guidata può aiutare.
I probiotici servono davvero o sono solo marketing?
Dipende. Alcuni ceppi hanno dimostrato di migliorare stipsi o gonfiore, ma l’effetto è spesso moderato e richiede continuità. Se scegli prodotti con ceppi e dosi documentati e li usi per almeno 4–8 settimane, puoi valutare se ti aiutano. Non sono però la base del lavoro, ma un eventuale tassello in più.
I lassativi “rallentano” l’intestino e creano dipendenza?
Alcuni lassativi stimolanti usati male possono dare problemi. I lassativi osmotici (come il PEG), inseriti dentro una strategia che comprende routine, fibre e movimento, non “rovinano” l’intestino e sono considerati sicuri in molti casi di stipsi cronica. Il punto è usarli con criterio e con il Medico.
Ho sempre pancia gonfia: è sicuro che ho intolleranze alimentari?
Non per forza. Il gonfiore può dipendere da carico di cibo, tipo di fibre, ritmo dei pasti, sedentarietà, stress. Le vere allergie e alcune intolleranze metaboliche esistono, ma si diagnosticano con test affidabili e valutazione clinica, non con pannelli di IgG che ti dicono che sei “intollerante a tutto”.
Come faccio a capire se il mio reflusso è “solo” funzionale o qualcosa di serio?
In generale, bruciore saltuario legato a pasti molto ricchi o alcol, senza calo di peso, senza difficoltà a deglutire e senza sangue, è spesso gestibile con aggiustamenti di stile di vita e terapia medica mirata. Se invece hai sintomi notturni importanti, difficoltà a deglutire, calo di peso o anemia, è fondamentale parlarne con il Medico per valutare esami come la gastroscopia.
L’auto‑massaggio addominale può aiutare davvero?
In molte persone con stipsi funzionale e intestino “pigro”, un auto‑massaggio dolce lungo il colon, in senso orario, per 5–10 minuti al giorno, migliora la percezione dei movimenti intestinali e favorisce l’evacuazione. Va evitato in caso di dolore acuto, febbre, sospetta occlusione, gravidanza a rischio o interventi recenti.
Cosa portarti a casa
Non esiste un singolo trucco per “sbloccare l’intestino” o “curare il reflusso per sempre”: funziona un sistema di abitudini, piccoli aggiustamenti e osservazione costante dei segnali.
Stipsi, gonfiore e reflusso sono spesso sovrapposti, ma non sono una condanna né qualcosa da banalizzare: meritano attenzione, ma non panico.
Prima di tagliare metà dei cibi o riempirti di test e integratori, ha senso lavorare su routine, postura, fibre intelligenti, movimento e pochi farmaci mirati quando servono.
I segnali rossi non vanno gestiti in autonomia: sono un invito chiaro a farti seguire da un Medico e, se serve, da una Nutrizionista o da altre figure sanitarie.
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