Star male per star bene e l’illusione della vita eterna

Il 16 marzo 2021 Oukside compie cinque anni.

E ogni volta che arriva questa data mi torna in mente una scena che vedo troppo spesso: persone che inseguono il benessere come se fosse una versione “pulita” della vita. Ordinata, controllata, senza contraddizioni. Una vita in cui non si sgarra, non si sbaglia, non si perde tempo, non si cede alle voglie, non si salta un allenamento, non si alza la voce, non si mangia “troppo”.

Solo che quella vita non esiste.

Esiste quella che hai adesso.

E se per costruire una forma fisica migliore ti stai facendo del male ogni giorno, allora non stai andando “verso la salute”. Stai praticando un’altra forma di rinuncia. Più raffinata, più socialmente accettata, ma sempre rinuncia.

Questa lettera è il mio modo di festeggiare: non con promesse nuove, ma con cinque idee che in questi anni si sono ripetute così tante volte da diventare, per me, una specie di bussola.

La domanda che taglia tutto

Te la faccio brutale, perché è l’unico modo in cui funziona:

Rischieresti di morire per la vita eterna, o preferisci goderti la vita che hai adesso?

Quando fai una dieta che ti spegne, quando ti alleni come punizione, quando ti imponi routine che ti fanno sentire in colpa se salti un giorno, stai facendo proprio questo: stai sacrificando l’oggi per un futuro idealizzato.

Solo che quel futuro, quasi sempre, si sposta di un passo. Come una linea dell’orizzonte.

Cinque cose che ho imparato (e che ti puoi portare dietro)

1) Il benessere non è una guerra santa

C’è una forma di “salute” che assomiglia troppo a una religione.

Regole, proibizioni, rituali. Persino le parole cambiano: non mangi più, “aderisci”; non ti alleni più, “performi”; non riposi più, “ottimizzi”.

Il punto non è che siano concetti sbagliati. Il punto è che, quando diventano il tuo modo di sentirti a posto con te stessa/o, ti fregano.

Perché ogni scostamento diventa colpa.

E la colpa è un pessimo carburante per restare in forma.

2) “Normalità” non significa “stare bene”

Una delle trappole più invisibili è questa: pensare che esista un modo “normale” di vivere, mangiare, allenarsi, rilassarsi.

E che, se tu non ci rientri, sei difettosa/o.

In realtà, molte persone inseguono standard che non sono nemmeno loro: sono il risultato di mode, contenuti e pressioni sociali.

Se ti interessa riconoscere questo meccanismo quando si traveste da disciplina e motivazione, ti può essere utile anche questo pezzo: crescita personale tossica.

3) Non ti serve una dieta migliore. Ti serve meno frizione.

Questo è il cuore del metodo.

Non ti serve una teoria perfetta. Ti serve un sistema che ti faccia fare scelte “non stupide” con meno sforzo.

  • un modo di mangiare che non richieda controllo minuto per minuto;

  • un modo di allenarti che non dipenda dalla motivazione del giorno;

  • un modo di recuperare che non arrivi solo quando sei già a terra;

  • un modo di vivere il piacere che non scateni poi compensazioni.

Se vuoi vedere il “perché” di questo approccio con un esempio concreto, qui trovi una delle critiche più utili alle scorciatoie: l’illusione della dieta.

4) Il fitness non è un singolo pilastro

Quando ti concentri solo su una cosa, aumenti le probabilità di fallire.

Se pensi che “sia tutto dieta”, ti incastri nelle restrizioni.

Se pensi che “sia tutto allenamento”, prima o poi il corpo ti presenta il conto.

Se pensi che “sia tutto mindset”, inizi a colpevolizzarti perché non sei abbastanza motivata/o.

Il punto è tenere insieme i pezzi: come ti nutri, come ti muovi, come recuperi, come ti godi la vita.

Non in modo perfetto. In modo coerente.

5) La semplicità non è banalità

Negli anni ho visto persone brillanti perdersi in complicazioni inutili.

E ho visto persone “normali” ottenere risultati enormi con poche cose fatte bene.

La differenza è quasi sempre questa: chi vince ha un sistema semplice che riesce a ripetere. Chi perde ha un sistema sofisticato che riesce a fare solo quando tutto va bene.

Se vuoi una base pratica da cui partire (senza dover diventare esperta/o di nutrizione e allenamento), puoi iniziare da qui: Examine e Oukside: Never Diet.

E quindi, cosa te ne fai tu?

Se questa lettera ti ha punzecchiato in un punto giusto, fai una cosa sola. Una.

Scegli una frizione che ti sta rovinando il percorso e toglila.

Esempi concreti:

  • Se ti perdi negli snack e nel “piluccare”, non serve essere più dura/o: serve costruire due pasti più solidi.

  • Se ti alleni solo quando sei motivata/o, non serve motivazione: serve una seduta breve, fissata e ripetibile.

  • Se stai sempre “in controllo” e poi esplodi, non serve un’altra regola: serve inserire piacere in modo intenzionale, non come incidente.

La direzione non è “vita perfetta”.

È vita reale, con un fisico che regge.

Buon compleanno a Oukside.

E buon compleanno a te, se stai scegliendo di non morire per l’idea di vivere per sempre.

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