Esamina Oukside: Never Diet (e perché cito Examine)
Anni fa mi è arrivata una newsletter di Examine.com con una frase che sembra una battuta, ma è un test psicologico travestito da proverbio: quando hai solo un martello, tutto ciò che vedi assomiglia a un chiodo.
In ambito fitness quel “martello” è quasi sempre lo stesso: la dieta.
Hai stress? Dieta.
Dormì male? Dieta.
Hai meno energie? Dieta.
Ti senti gonfia/o? Dieta.
Ti alleni male? Dieta.
Poi magari la dieta funziona… per un po’. E a un certo punto smette. Non perché tu sia “sbagliata/o”, ma perché stai chiedendo a un solo strumento di risolvere un problema che, nella vita reale, è fatto di più pezzi.
Questo articolo serve a due cose:
chiarire cosa c’entra davvero Examine con Oukside (e cosa non c’entra);
farti capire perché Never Diet non è “anti-dieta” per moda: è anti-martello.
Prima cosa: “Esamina” qui è un verbo
Sì, esiste Examine.com. È un sito in Inglese di sintesi evidence-based su nutrizione e integrazione.
Qui però “esamina” è l’imperativo del verbo: guardiamo dentro. Mettiamo sul tavolo ciò che conta davvero e togliamo il rumore.
Quindi: non devi “iscriverti a Examine” per capire Oukside. Ti sto solo facendo vedere un esempio di mentalità editoriale che ci piace: meno hype, più struttura.
Cosa c’entra Examine con Never Diet
Examine non è “un metodo per dimagrire”. È un modo di ragionare: prendere un argomento, masticare la letteratura, restituire una sintesi utile e non ideologica.
La newsletter che citavo dice, in sostanza, una cosa che in Oukside ripetiamo da anni: è facile credere che una dieta perfetta risolva tutto, perché è misurabile, controllabile e ti dà l’illusione di avere il volante in mano. Ma se concentri tempo ed energie solo lì, lasci indietro sonno, stress, relazioni, abitudini… e poi ti chiedi perché il sistema non regge.
Never Diet nasce proprio per evitare questo errore di impostazione.
Il martello della dieta: perché ci caschiamo
Ci caschiamo perché il “cibo” è un oggetto perfetto per il controllo.
lo tocchi 3–5 volte al giorno;
lo puoi quantificare;
puoi trasformarlo in regole;
ti dà un feedback rapido (sulla bilancia, sul gonfiore, sulla fame).
E allora succede la trappola: inizi a ottimizzare il cibo mentre il resto peggiora. In quel momento, qualsiasi progressione diventa fragile.
Se vuoi vedere questo concetto dal lato “kcal e termodinamica, ma senza feticismo dei numeri”, qui c’è il pezzo che fa da base: The Calorie Project.
Never Diet: un sistema per non fissarti su una sola leva
Never Diet non è un’altra dieta. È una mappa.
Invece di chiederti “che dieta devo fare?”, ti chiede:
come ti nutri (senza rinunce inutili);
come ti muovi (senza punirti);
come recuperi e gestisci stress e sonno;
come vivi le cose che ti piacciono (senza modalità ON/OFF).
È la differenza tra aggiustare una vite e aggiustare un impianto.
Se vuoi vedere la mappa completa (Aree e Fattori), è qui: Metodo Never Diet.
Due idee chiave che cambiano tutto
1) Ritorni decrescenti
All’inizio, migliorare la dieta dà risultati enormi con poco sforzo: inizi a strutturare i pasti, riduci il caos, scegli meglio, gestisci le quantità.
Poi, più cerchi il “perfetto”, più lo sforzo cresce e il guadagno si assottiglia. A quel punto molte persone reagiscono nel modo peggiore: stringono ancora di più.
Non è disciplina: è un vicolo cieco.
2) Vantaggi marginali
Quando il sistema è già “decente”, spesso vale più:
un piccolo miglioramento su più leve
che
un grande miglioramento su una sola leva.
Non perché la dieta non conti. Ma perché gli altri pezzi possono sabotare o amplificare ciò che fai nel piatto.
Esempi molto concreti:
se dormi male, gestire fame e craving diventa più difficile;
se sei cronicamente stressata/o, l’allenamento tende a diventare o punizione o salto continuo;
se vivi in modalità “tutto o niente”, anche la dieta migliore diventa un interruttore.
Se vuoi iniziare dal pezzo più “bloccante” spesso è FEEL: stress e fatica e dormi meglio stanotte.
Come si usa davvero Oukside (senza trasformarlo in un altro martello)
Qui sotto c’è un mini-protocollo pratico. Non è “motivazionale”: è operativo.
Step 1 — Fai una fotografia, non una sentenza
Dai un voto da 1 a 9 a questi quattro aspetti:
nutrizione (struttura dei pasti, non perfezione);
movimento (quanto ti muovi e come ti alleni);
recupero (sonno e stress);
vita reale (abitudini, piacere, socialità, ritmo).
Non devi “sentirti male” se un numero è basso. Devi solo capire dove si sta rompendo il sistema.
Step 2 — Scegli la leva più bloccante
Non quella che ti piace di più. Quella che, se la porti da 4 a 6, ti libera energie per tutto il resto.
Spesso è una di queste:
pasti troppo liquidi o troppo caotici;
allenamento troppo aggressivo o troppo casuale;
sonno e stress lasciati a “quando c’è tempo”;
gestione degli sfizi solo con divieti.
Per l’ultima, qui c’è la guida “vita reale”: pasto libero, vacanze e flessibilità.
Step 3 — Applica un principio per 7–14 giorni
Un solo principio. Non dieci.
Esempi:
costruire 2 pasti “base” ripetibili;
fare 2 sedute essenziali e camminare ogni giorno;
proteggere un’ora di sonno prima di “ottimizzare la dieta”;
rendere gli sfizi intenzionali, non incidenti.
Se ti serve la base alimentare senza confusione: che cos’è “cibo vero”.
Step 4 — Misura con segnali, non con ideologia
I segnali buoni sono noiosi:
fame più ordinata;
energia più stabile;
allenamenti che non sembrano una guerra;
sonno meno fragile;
progressi che non ti costano la vita.
Se il tuo piano produce colpa, rigidità e ossessione, non è un piano: è un’altra dieta travestita.
E quindi, cosa te ne fai tu?
Se ti sei riconosciuta/o nel “martello della dieta”, fai questa cosa oggi:
scegli una sola leva fuori dal piatto (sonno, stress, allenamento, abitudini);
fai un micro-miglioramento che riesci a ripetere per 7 giorni;
poi torna al cibo con più lucidità.
Se vuoi partire in modo guidato e rapido, senza inventarti tutto da zero:
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FAQ
Quindi la dieta non conta?
Conta. Ma non può essere l’unico martello. Se il resto del sistema è sotto stress, la dieta diventa fragile e intermittente.
Serve contare calorie?
No. Serve costruire struttura e segnali. Il conteggio può essere un tool temporaneo, non un’identità. Per la versione “seria” di questo discorso: The Calorie Project.
Devo lavorare su tutto insieme?
No. Parti dalla leva più bloccante. Un sistema migliora più in fretta quando smetti di “ottimizzare” e inizi a “sbloccare”.
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Kaplan A. The Conduct of Inquiry: Methodology for Behavioral Science. Chandler. 1964.
Examine.com. Examine: Evidence-based analysis on supplements & nutrition. Examine.com. 2025.
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