Perché la Crescita Personale è tossica? (E come disintossicarsi)
La Crescita Personale, intesa come “disciplina”, si è diffusa sempre più nel corso del tempo. Basti vedere i dati di ricerca via Google Trends per “crescita personale” dal 2004 ad oggi:
Distinzione disciplina VS effetto
Mi riferisco in questo articolo alla Crescita Personale intesa come materia, ambito o disciplina (se non proprio settore o prodotto merceologico), e non alla crescita personale intesa come derivato di qualsiasi attività che compiamo: studiare, giocare, fare sport, uscire, relazionarsi… “vivere”, sono tutte cose che ci fanno acquisire esperienza e “crescere personalmente” momento dopo momento.
La tossicità della Crescita Personale qui discussa, quindi, non riguarda certo la crescita personale che deriva dalle nostre esperienze di vita. Parlo di quanto l'ideazione di una disciplina attorno alla crescita personale stia intossicando una moltitudine di persone che fanno fede ai concetti promossi dalla Crescita Personale.
Uso la maiuscola (a malincuore, ma è formalità della lingua italiana) per identificare la disciplina Crescita Personale, mentre uso la minuscola per indicare la crescita personale come effetto delle attività che compiamo nella nostra vita.
Il tossico mondo della Crescita Personale
Prima di partire con la mia riflessione per iniziare a scalfire la superficie dell'immensa bolla mediatica ed economica della Crescita Personale (e, per derivazione, “Self-Help”, “Automiglioramento”, “Autopotenziamento”...), invito a guardare questo video:
È la storia di un ragazzo, emblema di molte altre storie simili, che era diventato “dipendente” dalla Crescita Personale. Si potrebbe obiettare che non tutti diventano dipendenti dalla Crescita Personale, così come non tutti diventano dipendenti dalle droghe stupefacenti, anche se queste continuano a esistere e sono attorno a noi.
Ma è proprio qui che bisogna fare attenzione e si inserisce la mia riflessione.
Droga Crescita Personale
Quando si parla di Crescita Personale, è difficile scremare le variabili in gioco per avere una visione oggettiva. Già è difficile in generale (per ogni argomento), ma per la Crescita Personale c’è un “di più” che rende il tutto ancora più difficile. Questo “di più” è determinato da almeno tre fattori:
Diffusione di massa
Confusione disciplina-effetto
Effetto community
Tutti e tre questi fattori fanno capo a tre bias cognitivi che ognuno di noi ha: la tendenza a reputare “vero” o “buono” ciò che è comune (bias di appello alla credenza comune), la confusione dei concetti con la loro etichetta (bias di confusione concetto-menzione), la preferenza di essere accettati all’essere accurati (differenti bias all’opera). Approfondiamo tutti e tre in relazione alla Crescita Personale per mostrare la tossicità di quest’ultima, prima di delineare alcuni accorgimenti pratici per disintossicarsi o evitare di intossicarsi.
Diffusione di massa
Qualcuno che obiettava la mia posizione di “tossicità della Crescita Personale”, mi fece notare che non sarebbe così diffusa se fosse tanto tossica. Non credo ci sia molto da argomentare, siamo tutti d’accordo che anche il fumo o l’alcool (o altre droghe simili) siano tossici, eppure…
È argomentabile però il tema della dose: così come ci sono persone che non fumano o bevono al punto da ammalarsi per questo, ci sono persone che usano la Crescita Personale in modo non tossico. Con un grande però. Cioè che la Crescita Personale è una droga più subdola.
Passo indietro, uso un parallelismo. L’alcool è di fatto uno stupefacente. Quando se ne fa abuso crea problemi esageratamente superiori a quelli creati da “sostanze d’abuso” il cui uso viene visto peggio per motivi sociali e culturali (Wagner HL, 2003). Tutti i supermercati vendono a basso prezzo la “droga alcool”, che non ha stigmi sociali quando viene consumata. Se vedi una persona bere 2-3 bicchieri di vino ci pensi meno rispetto a quando vedi una persona che rolla una canna; estremizzando, se vedi una persona che si buca, probabilmente suscita in te vero e proprio sdegno, rigetto o pena.
(Non è scopo di questo articolo, ma qui entra in gioco anche il tema della diversità di impatto ed effetto delle varie droghe. Per ora, concentriamoci sul concetto della diffusione di una droga.)
L’alcool è più diffuso (circa il 60% della popolazione beve o ha bevuto in qualche modo alcolici) anche perché culturalmente e socialmente più accettato. Non per questo “meno droga”. La Crescita Personale si diffonde facilmente anche perché culturalmente e socialmente accettata. Anzi, si diffonde ancora più facilmente dell’alcool (o di altre sostanze simili accettate), perché, oltre a non venire considerata “tossina”, si ritiene al contrario abbia proprietà virtuose - “accrescitive”, appunto.
Ma, come per il caso dell’alcool e altre droghe, si tratta “solo” di aspetti socioculturali. Come non si può affermare che l’alcool è in assoluto benefico altrimenti non si spiegherebbe la sua diffusione, così non si può affermare che la Crescita Personale è in assoluto benefica soltanto perché tanto diffusa.
Confusione disciplina-effetto
Nel parlar comune, crescere in termini personali significa acquisire via via più esperienza che porta in qualche modo a maggiore consapevolezza, se non proprio “saggezza”. Questo è un effetto del vivere. La Crescita Personale, invece, vuole affermarsi come disciplina. In questo, acquisisce un certo grado di tossicità perché implica codificare un “metodo” univoco per vivere la vita, farne esperienza e migliorarsi come persone.
Faccio un paragone: la crescita muscolare. La crescita muscolare si ottiene facendo allenamento di un certo tipo, in generale facendo esercizio fisico. Non esiste una materia “crescita muscolare” (e, se esistesse, sarebbe fluff di per sé). La crescita muscolare non è un “campo di studi”, ma un risultato. Allo stesso modo la crescita personale: non dovrebbe essere una “disciplina”, perché il rischio è quello di indurre a seguire regole codificate - spesso dettate da un “guru”.
Seguire un codice fa perdere di vista proprio uno dei pilastri che la Crescita Personale afferma di promuovere: il valore dell’unicità degli individui. Con un codice di regole da seguire, ci si confronta ad esso piuttosto che sviluppare il proprio percorso attorno al proprio sistema di valori. Si rischia di “delegare” all’esterno la responsabilità di capire cosa è giusto e cosa no per sé stessi.
Così, se una persona sta bene con sé stessa, vive in modo tranquillo e spensierato, ama fare cose semplici e umili, tenderà a sentirsi inadeguata in un mondo in cui il “codice” è puntare a leggere 52 libri all’anno, raggiungere un obiettivo specifico “superiore” a quello raggiunto l’anno scorso, e riempire qualsiasi spazio di tempo con qualcosa da fare e “accrescitivo”.
Effetto community
Uno dei bisogni universali umani è quello di sentirsi parte di una comunità (Allen, 2022). Collegato ad esso vi è il piacere di essere accettati. Non ci possiamo fare molto, è scritto nei nostri neuroni: la gratificazione di essere accettati è maggiore di quella di essere accurati. Non tanto perché ci dà un “di più”, ma perché ci toglie da un “di meno”: l’autoinganno riduce il nostro carico cognitivo, ci toglie un peso mentale (Jian, 2019).
Evitare di accettare la realtà e unirci a una community che ci aiuta a mantenere in piedi questo inganno ci dà un senso di benessere perché ci fa usare meno energia. Ci toglie la fastidiosa sensazione di capire che prima ci siamo sbagliati e che adesso siamo nel giusto, nonché l’ancora più fastidiosa sensazione che di lì a poco potrebbe succedere la stessa cosa: quello che ora ci sembra giusto, in realtà non lo è e dopo ci sembrerà giusto qualcos’altro.
Per questo, la maggior parte delle persone preferisce essere tra i tanti che perpetuano illusioni, piuttosto che tra i pochi che mostrano la realtà.
La Crescita Personale e i suoi guru fanno molto perno su questo. Creano community di “auto aiuto” dove, in alcune, sembra addirittura vietato avere opinioni differenti o posizioni contrastanti (leggi box alla fine di questo paragrafo). Gruppi in cui il comportamento approvato è quello di stare ad ascoltare e dire sempre “Ti capisco / Vedrai che riuscirai / Non mollare” e declinazioni simili.
Siamo d’accordo ma ancora non lo sai
Ti chiedo di argomentare con i miei argomenti
Analizzando il comportamento medio di vari guru nelle community di Crescita Personale, mi sono reso conto che si ricade sempre in uno dei due estremi, quando si hanno opinioni differenti o posizioni contrastanti in quei “circolini”.
Sembra che queste persone ci tengano così tanto a tenere in piedi il castello di carta creato, che minano quelli che dichiarano essere i loro stessi valori (la crescita attraverso confronto, dialogo, scambio… In cui è fisiologico avere contrasti, contraddizioni, scontri).
Se tu entri in una community di Crescita Personale e cerchi di far valere una tua idea, che è diversa o in contrasto con quella dominante, nella maggior parte dei casi non troverai un confronto sul tema. Piuttosto, troverai risposte che niente c’entrano col tema, bensì puntano a togliere credito a chi ha portato idee divergenti o contrastanti. In particolare, i poli su cui ricadono tali risposte sono:
“Siamo d’accordo ma ancora non lo sai.” I guru o loro adepti cercano di convincerti che quello che stai dicendo è in realtà molto più simile e in linea con ciò che stanno dicendo anche loro, ma tu ancora non te ne accorgi.
È palese sia una chiusura a dialogo e confronto, abbatte ogni possibilità di risposta in quanto “tu non hai consapevolezza di quello che stai dicendo, che è in linea con ciò che loro dicono anche se tu dici il contrario”. In breve, il sottile riferimento è al fatto che tu non sai ciò che dici (ma loro sì), non sei ancora pronto, devi solo fidarti.“Ti chiedo di argomentare con i miei argomenti.” Guru e adepti cercano di dissuaderti dall’uso di tue argomentazioni per articolare una certa idea, perché non sarebbero provate o sarebbero inventate da te. Le uniche argomentazioni che si possono usare sono le loro.
Se ci pensi, anche i Terrapiattisti hanno ragione, quando usano le loro argomentazioni: nella vita quotidiana, è difficile vedere la curvatura terrestre perché è troppo ampia; infatti, nel quotidiano, sembra che siamo “in piano”. Il problema non è nel ragionamento, ma nelle argomentazioni alla base. Quando non si ammettono argomentazioni differenti da quelle presenti in un certo contesto, si crea una bolla in cui tutto fila con coerenza e logica, ma non è la realtà.
(L’hai visto il film Shutter Island? Ecco. Succede la stessa cosa - Se non hai visto il film, programma subito di vederlo! Non posso spoilerare.)
Disintossicarsi dalla Crescita Personale
Gli stessi tre punti analizzati ci permettono di creare soluzioni per disintossicarsi dalla Crescita Personale (per chi ne è intossicato o particolarmente affascinato) o per sviluppare difese mentali (per chi non ne è intossicato). Così come per qualsiasi droga, non si può semplicemente chiudere gli occhi e fregarsene. Specie se si parla di droghe molto diffuse.
Tornando all’alcool, non possiamo semplicemente mettere un veto e chiuderla lì. Perché gli alcoolici sono intorno a noi e fanno parte della nostra vita. La Crescita Personale è intorno a noi e, a livello di scopi, fa parte della nostra vita. Conoscerne la pericolosità e come affrontarla è il modo migliore per evitare di rimanere intossicati.
Riprendiamo il filo sviluppando soluzioni a partire dai punti analizzati.
Il momento di fermarti a riflettere
Una famosa citazione di Marc Twain recita “Quando ti trovi d'accordo con la maggioranza, è il momento di fermarti a riflettere.” Bisogna analizzare bene questo concetto, perché ci sono aspetti contrapposti. Non si tratta di fare anticonformismo a prescindere (si finirebbe nell’estremo opposto, altrettanto tossico).
Si tratta, bensì, di chiedersi se il fatto di essere d’accordo con i più sia per reale similitudine di valori, idee e posizioni, o per il fatto che si sia creata una bolla. È utile chiedersi se c’è altro fuori e, se sì, cos’è. Occorre impegno attivo perché, per nostra natura, siamo portati a dare credito a ciò che è promosso dai più. Non possiamo farci molto: è il meccanismo che abbiamo sviluppato nella nostra evoluzione per non stare ogni volta a ri-analizzare tutto, sprecando energia preziosa.
Inoltre, c’è un'effettiva difficoltà a portare concetti nuovi all’interno di un gruppo e il rischio è quello di isolarsi (punto a cui arriveremo dopo, nel terzo aspetto).
Conosci le regole per farle tue
Il secondo aspetto che abbiamo discusso sopra riguarda la confusione tra disciplina ed effetto. Se ti piace fare sport e questo ti impegna tanto da non avere tempo per leggere “52 libri all’anno” (ma neppure 1 al mese), la tua crescita non sarà meno rispetto a chi, invece, può concedersi di leggere costantemente.
(Evito di fare paragoni con chi legge 52 libri l’anno; se c’è chi vi riesce, è perché (a) non si tratta di libri, casomai di articoletti allungati; (b) quelle persone non leggono davvero, semplicemente “prendono visione”; (c) la maggior parte di quel materiale non viene fatto proprio e quindi è poco efficace in termini di sviluppo personale.)
Tra chi fa un lavoro intellettuale e chi uno manuale, non si può dire chi cresce di più o di meno. Si può parlare di crescita differente, ma non inferiore o superiore. Fatto sta che la crescita personale è un effetto. Non la puoi misurare. Non puoi costruirci su regole. Non la puoi codificare. Allo stesso modo, non puoi creare una disciplina Crescita Personale con misurazioni, regole, codici.
Rifacendomi all’esempio sul lavoro, “quelli” della Crescita Personale con un lavoro più manuale, meno intellettuale, vengono quasi spinti a fare di tutto per “accrescere” l’altro lato (intellettuale). Questo è un problema, perché nel tempo si diventa sempre meno capaci di trovare “bellezza” anche nella routine quotidiana. (A tal proposito, ti consiglio la lettura del libro Flow. Psicologia dell’esperienza ottimale. Ma solo se non devi rinunciare al tuo sport preferito!)
Nelle community di Crescita Personale è pieno di inni a “fare di più”, “essere ambiziosi”, di ammirazione per “chi ha lasciato un lavoro umile e manuale per fare qualcosa di veramente stimolante”. Il messaggio può essere buono, ma la realizzazione no. Per questo, prendilo pure, ma fallo tuo: trova il tuo modo di divertirti, stimolarti o valorizzarti. Non sentirti in difetto se non ami particolarmente leggere o se ti piacciono cose umili o se non hai velleità di successo sconfinato. Né, tanto meno, se non puoi misurare la tua crescita nel tempo (evita di credere al motto “Non puoi migliorare ciò che non puoi misurare”).
Accetta un più che lieve discomfort
Ti consiglio un altro libro, che in realtà è un manualetto di poche pagine e tascabile, da tenere e consultare nel tempo. Il titolo è Piccolo manuale del talento e, tra le altre, ti fa capire due cose importanti:
Le persone più talentuose, per la maggior parte, non le trovi esposte - sui social, in tivù, sulle riviste, dove tutti ne parlano - ma in luoghi sperduti e scantinati improbabili che mai ti saresti aspettato. Il tuo “guru” può essere d’ispirazione, ma non di esempio.
I mentori delle stesse persone, sono quelli che condividono informazioni e punti di vista che non sono edulcorati, non hanno lo scopo di dare abbracci; non hanno neppure scopo di dare calci nel sedere, hanno “semplicemente” scopo di fornire un feedback utile al raggiungimento di un certo obiettivo.
Entrambe le cose possono procurare un bel po’ di discomfort, se non proprio fastidio, a tratti “odio” di un particolare momento o particolari parole che fanno parte del processo che porta alla crescita personale (vera e propria, non la disciplina).
Quando ti trovi in un ambiente comodo, dove tutti ti fanno sentire a casa, non ci sono contrasti evidenti, le opinioni sembrano livellate, cerca di chiederti se quello è l’ambiente giusto per la tua crescita o se puoi cambiarlo in qualche modo.
Come dicevamo, il rischio è quello di isolarsi. Ma è soltanto apparente. È molto probabile che, rinunciando al comfort di una community tutta improntata sul “volemose bene”, “poverino”, “se vuoi puoi”..., ti troverai in una nuova dimensione e incontrerai persone davvero autentiche e leali - quelle con cui creare ambiente e connessioni adeguate per la tua vera crescita personale.
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Wagner HL. Alcohol in DRUGS. The Straight Facts. Chelsea House Publishers. 2003.
Withey M. Mastering Logical Fallacies: The Definitive Guide to Flawless Rhetoric and Bulletproof Logic. Zephyros Pr. Jun, 2016.
Allen KA et al. The Need to Belong: a Deep Dive into the Origins, Implications, and Future of a Foundational Construct. Educ Psychol Rev. 2022.
Jian Z et al. Self-Deception Reduces Cognitive Load: The Role of Involuntary Conscious Memory Impairment. Front Psychol. Jul, 2019.
Csíkszentmihályi M. Flow: The Psychology of Optimal Experience. Harper Perennial. May, 2011.
Coyle D et al. Piccolo manuale del talento. Avere successo in 52 mosse. Rizzoli. 2013.
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